A cura della Redazione

Rinviato a giudizio per omicidio colposo relativamente al crollo della palazzina della Rampa Nunziante a Torre Annunziata, nel quale morirono otto persone (i coniugi Giacomo Cuccurullo ed Edy Laiola, con il figlio Marco; i coniugi Pasquale Guida e Anna Duraccio, con i figli Francesca e Salvatore; la signora Pina Aprea). L'avvocato Massimo Lafranco, che già era imputato per falso ideologico in atto pubblico, ora dovrà rispondere in dibattimento anche di quest'altra accusa. Il gup del Tribunale di Torre Annunziata, Mariconcetta Criscuolo, ha accolto così la richiesta avanzata dalla Procura oplontina (rigettando dunque la istanza della difesa, rappresentata dall'avvocato Elio D'Aquino), che aveva evidenziato come Lafranco stava sì vendendo l'appartamento a Gerardo Velotto (altro indagato nell'inchiesta), ma sarebbe stato a conoscenza dei lavori irregolari (secondo gli inquirenti) in corso in quella proprietà al secondo piano, che avrebbero provocato - stando alla tesi accusatoria - il cedimento strutturale dell'edificio al civico 15.

Salgono dunque a sei gli imputati per omicidio colposo plurimo. Oltre a Lafranco, ci sono l'amministratore del condominio, Roberto Cuomo (che aveva chiesto ed ottenuto il giudizio immediato), il proprietario dell'appartamento Gerardo Velotto, gli architetti Aniello Manzo e Massimiliano Bonzani, e l'operaio Pasquale Cosenza. 

Per tutti loro, unitamente alle altre persone coinvolte nell'inchiesta per falso ideologico in atto pubblico, il processo comincerà il prossimo 6 marzo. I vari fascicoli dell'inchiesta sono stati infatti accorpati in un unico procedimento.

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