A cura della Redazione

Udienza preliminare per il crollo della palazzina di Rampa Nunziante, l'avvocato Massimo Lafranco - uno degli indagati - precisa quanto segue:

«Su quanto affermato dal PM in aula circa un messaggio ritrovato e attribuito ad una conversazione tra me e Giacomo Cuccurullo, mi preme chiarire quanto segue. Non si trattava di una conversazione privata tra me e il compianto Cuccurullo, ma di una chat di gruppo con tutti i proprietari dell’immobile. Il sottoscritto non è accusato di concorso nel disastro colposo e quindi è stato ritenuto estraneo a presunte responsabilità sul crollo, e pertanto il passaggio argomentativo del PM è solo una suggestione personale ed estrapolato da un contesto completamente diverso e noto alla Procura. Quella chat risale agli inizi di maggio - precisamente il 2 maggio alle ore 23.22 -  e cioè in un’epoca lontana, prima ancora che l’appartamento fosse venduto. Inoltre il messaggio è stato inviato in un periodo completamente lontano dai primi segni di cedimento, individuati, accertati e confermati dalla perizia della stessa Procura, solo a fine giugno. E’ evidente che dunque si trattava di una espressione “ioci causa” (in sostanza, per gioco, ndr) completamente avulsa dai drammatici eventi oggetto di approfondimento processuale. Avv. Massimo La Franco

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