A cura della Redazione

Tangentopoli oplontina, pubblicata la sentenza di primo grado del Tribunale di Torre Annunziata che condanna 16 tra ex amministratori, politici, imprenditori ed esponenti della malavita locale al pagamento, in solido, della somma di quai 2 milioni e  220 mila euro per danno all’immagine subito dal comune di Torre Annunziata.

I fatti risalgono agli anni tra il 1986 e il 1990. In quel periodo il Comune oplontino aveva indetto numerose gare di appalto di lavori pubblici per la realizzazione e ricostruzione di opere nel proprio territorio cittadino. Tra questi, la ricostruzione di 11 edifici scolastici (Legge Falcucci), la realizzazione della rete fognaria, la ristrutturazione dello stadio comunale Giraud, la realizzazione di 69 alloggi di edilizia residenziale pubblica.

La Procura delle Repubblica di Napoli, insieme alla DDA, intraprese allora un’intensa indagine sulla regolarità dell’aggiudicazione di tali appalti, avendo il sospetto, poi dimostrato fondato, che tali procedure fossero frutto di atti di corruzione e concussione compiuti dall’Amministrazione pubblica, dagli amministratori delle imprese aggiudicatrici e da appartenenti ai clan camorristici della zona.  

Nel 1993 il Gip emetteva ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti degli indagati e ne richiedeva il rinvio a giudizio.  In conseguenza di tali fatti, il comune di Torre Annunziata veniva sciolto con DPR del 4 giugno 1993.

I vari processi penali che ne seguirono si conclusero con la condanna degli imputati per i reati commessi, di concussione, corruzione, associazione a di stampo camorristico e altri, in relazione a quelle gare di appalto, nonché al risarcimento dei danni in favore del Comune, costituitosi parte civile. Molti degli imputati, amministratori, imprenditori e politici patteggiarono la pena per i reati di corruzione e/o concussione.

I danni chiesti dal Comune in sede di giudizio erano di due tipi: “patrimoniale”, derivanti dalla ritardata esecuzione delle opere pubbliche, e  “non patrimoniale”, dovuti alla pubblicità negativa alla città, alla perdita di prestigio dell’immagine del Comune, ai danni alla comunità locale derivanti dallo scioglimento del Consiglio comunale. Il giudice monocratico dott. Francesco Coppola, però, nella sentenza del 3 giugno scorso, ha riconosciuto solo il danno “non patrimoniale” in quanto ha ritenuto che negli atti presentati dal Comune non c’erano le “prove” della ritardata esecuzione delle opere pubbliche e dei maggiori esborsi o minori vantaggi economici derivati al Comune. Quindi ha ritenuto procedere solo “alla liquidazione del danno all’immagine subita dal Comune di Torre Annunziata a seguito del pregiudizio causato dai convenuti”, pari a poco oltre 2 milioni e 219 mila euro.

E’ questa, però, solo una sentenza di primo grado di giudizio. Qualora fosse impugnata in appello si dovrebbe attendere un nuovo processo.

Intanto dalla “Tangentopoli oplontina” sono trascorsi quasi 30 anni…

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