A cura della Redazione

Polizia e Guardia di Finanza questa mattina, venerdì 15 maggio, hanno dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ed un’ordinanza dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, emesse dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica oplontina, nei confronti di imprenditori, funzionari pubblici e liberi professionisti.

I destinatari delle misure cautelari degli arresti domiciliari sono Adolfo Greco, Antonio Elefante, Maurizio Biondi, Vincenzo Campitiello, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia, mentre nei confronti di Angelina Anita Rega è stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione della polizia giudiziaria.

Altre due ordinanze cautelari degli arresti domiciliari sono state emesse nei confronti del sen. Luigi Cesaro e dell’on. Antonio Pentangelo, misure sospese dal Gip in attesa dell’autorizzazione a procedere della Camera di appartenenza dei due.

I reati per i quali si procede sono quelli di corruzione propria, falso ideologico in atto pubblico e rivelazione del segreto di ufficio.

Secondo l’accusa, Adolfo Greco, imprenditore di Castellammare di Stabia, già destinatario di altre ordinanze di custodia cautelare, è indiziato di una pluralità di reati di corruzione in relazione al progetto di riconversione del complesso industriale dismesso ex CIRIO sito in Castellamare di Stabia. Greco, titolare, unitamente a Tobia Polese (proprietario dell’hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate), della Polgre Europa 2000 srl (società proprietaria dell’ex area industriale Cirio), dopo aver presentato al comune di Castellamare di Stabia, sulla base di una relazione tecnica stilata dall’ingegnere Antonio Elefante (direttore tecnico della società di ingegneria SAEC srl), un progetto di recupero e riqualificazione dell’area suddetta aveva attivato la procedura prevista dalla legge regionale 19/2001 per la nomina di un commissario ad acta che, in sostituzione dell’ente rimasto inerte, avrebbe dovuto provvedere all’istruttoria e all’adozione del provvedimento conclusivo in merito alla richiesta di rilascio del permesso a costruire.

Le indagini hanno consentito di accertare che Greco, con la complicità di Polese e di Giuseppe Passarelli, amministratore unico della Passarelli spa, società che avrebbe dovuto realizzare i lavori, avrebbe in prima battuta tentato di ottenere la modifica della legge regionale 35/87, PUT della costiera sorrentina-amalfitana, ostativa alla realizzazione dell’intervento – cercando un accordo con il consigliere regionale Pd Mario Casillo affinché intervenisse sugli esponenti del partito politico per il ritiro dei numerosi emendamenti proposti. In cambio. con la mediazione dell'esponente politico Gennaro Iovino, sarebbe stato chiesto l'affidamento dei lavori di impiantistica elettrica ad una ditta indicata.

A seguito del fallimento di tale strategia, gli stessi soggetti, d’intesa con il tecnico di fiducia, ingegnere Antonio Elefante, mutavano referente politico e intervenivano sull’assetto normativo vincolistico vigente nella area ex Cirio, ottenendo la modifica della legge Regionale 19 del 2009 ad opera del collegato alla legge di stabilità finanziaria del 2014 ( L.R.16/2014), che prevede espressamente l’applicabilità delle norme premiali del cd piano casa ai territori sottoposti ai vincoli di inedificabilità relativa, di natura paesaggistica, imposti dal PUT.

Sulla scorta di tali modifiche normative, Greco, in considerazione delle resistenze manifestate dai funzioni dell’UTC del Comune di Castellammare di Stabia, otteneva da Antonio Pentangelo, quale Vice Presidente della Provincia di Napoli, la nomina di un commissario ad acta, nella persona dell’architetto Maurizio Biondi, per il rilascio del permesso a costruire. Le indagini hanno consentito di accertare che il commissario Biondi sarebbe stato legato da uno stretto rapporto personale e professionale a Luigi Cesaro e al figlio di questi, con cui Biondi condivideva lo studio professionale.

Quale corrispettivo di tale nomina che gli inquirenti ritengono pilotata, Adolfo Greco  e Tobia Polese avrebbero corrisposto ad: Antonio  Pentangelo, un orologio marca Rolex di ingente valore economico,ed a Luigi Cesaro la somma in contanti di 10mila euro. Greco inoltre sarebbe intervenuto sull’imprenditore Giuseppe Imperati affinché questi concedesse in locazione al partito Forza Italia un immobile sito in Napoli, da adibire a sede del partito, per un canone pari a 3mila euro in luogo della originaria richiesta di 5mila euro, e forniva altresì sostegno per la campagna elettorale regionale del 2015 al figlio di Cesaro.

Al fine di ottenere il rilascio del permesso a costruire, Greco, per il tramite dell’ing. Antonio Elefante, avrebbe elargito inoltre, al commissario ad acta Maurizio Biondi, la somma complessiva di 12mila euro a fronte della quale otteneva l’adozione della determina commissariale di accoglimento del 13 aprile 2016. Dalle conversazioni intercettate, sarebbe emerso che la somma consegnata da Greco all’ingegnere Elefante, destinata a Maurizio Biondi, ammontava complessivamente a 20 mila euro, e che Elefante rimetteva a Biondi “solo” 12 mila euro, trattenendo per sé la differenza.

Le indagini hanno consentito di accertare altresì che il Greco si era reso autore di altre attività (pesunte) corruttive nei confronti di tre funzionari dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo  Colavecchia  e Marcello Ciofalo, incaricati di seguire la verifica fiscale per l’anno 2012 presso la sua azienda (C.I.L.srl) , nonché di Vincenzo Campitiello, estraneo al settore verifiche in quanto incardinato presso l’ufficio legale della medesima Direzione provinciale, ma legato da pregressi rapporti personali con l’imprenditore Greco, al quale preannunciava la notizia della imminente verifica fiscale e che si adoperava per coordinare l’operato dei funzionari addetti alla suddetta verifica, risultata “infedele” in quanto non corrispondente alle evidenze contabili.

Quale corrispettivo di tale verifica infedele, i suddetti pubblici funzionari avrebbero ricevuto da Adolfo Greco e Angelina Rega (moglie di Greco), che materialmente approntava la provvista, la somma in contanti di 30mila euro rinvenuta all’interno di una borsa “24 ore” del Campitiello e materialmente consegnata dal Adolfo Greco negli uffici della sua società. Al Campitiello sono contestati anche reati di falso ideologico in atto pubblico, avendo attestato falsamente la sua presenza dinanzi alla Commissione Tributaria Regionale della Campania, sede di Napoli, nei giorni e nelle ore in cui in realtà si trovava presso la sede della CIL a Castellammare di Stabia.

Le condotte ascritte a  Mario Casillo, Gennaro Iovino e Giuseppe Passarelli sono state qualificate quale reato di traffico di influenze illecite, fattispecie per la quale (come prevista all’epoca dei fatti) non è consentita l'emissione di misure cautelari.

Intanto  la Direzione regionale della Campania, con un comunicato, dava massima collaborazione alla Magistratura e alle Autorità inquirenti in merito all’inchiesta che vede coinvolti anche due dipendenti della Direzione Provinciale II di Napoli.

"L’Agenzia - si legge nella nota - è pronta ad avviare, nel rispetto delle garanzie degli indagati, le previste azioni amministrative e disciplinari, anche a tutela del lavoro e dell’onorabilità di tutti i dipendenti che compiono ogni giorno, con professionalità e onestà, il proprio lavoro".