A cura della Redazione

Incendiato il manifesto per ricordare Maurizio Cerrato che campeggia nel sottopasso nel sottopasso di via Raffaele Pastore a Torre Annunziata, la strada che conduce al casello autostradale di Torre Nord. A notarlo è stata una "gazzella" dei carabinieri del Servizio Radiomobile oplontino, impegnati nel controllo del territorio.

Transitando in zona, i militari dell'Arma hanno appurato che ignoti avevano dato alle fiamme lo striscione sul quale c'è la scritta "Giustizia per Maurizio", danneggiando proprio quest'ultima parte. I carabinieri indagano per capire se si sia trattato di una semplice "bravata" o se, invece, l'autore o gli autori del gesto abbia o abbiano intenzionalmente voluto oltraggiare la memoria del 61enne. Sul luogo sono presenti diverse telecamere di videosorveglianza.

Cerrato, custode degli Scavi di Pompei, fu ucciso con una coltellata il 19 aprile dello scorso anno a seguito di una lite per un posto auto occupato abusivamente da alcune sedie. Cerrato era accorso sul posto, in via IV Novembre, per difendere la figlia. I quattro imputati sono stati rinviati a giudizio lo scorso 7 aprile, il processo avrà inizio il 6 maggio presso la Corte d'Assise di Napoli. Rischiano l'ergastolo per le accuse di omicidio volontario aggravato.

"Esprimiamo la piena e totale solidarietà e vicinanza alla famiglia Cerrato per il gesto vandalico di bruciare un manifesto affisso con l'immagine del volto di Maurizio Cerrato dove si chiede giustizia - si legge in una nota del Comitato di Liberazione dalla Camorra, che lo scorso 7 aprile organizzò un flash mob dinanzi al tribunale oplontino -. È un'azione che esprime violenza e disprezzo tipici modalità camorriste. Un atto gravissimo che offende la memoria di Maurizio. A coloro che hanno compiuto questo gesto diciamo con forza che non faremo nessun passo indietro: il nostro impegno per la giustizia per Maurizio Cerrato, e per tutte le altre vittime della criminalità rimane immutato. Torre Annunziata deve tornare a vivere. Fuori la camorra dai territori".