A cura della Redazione

Pestaggi, estorsioni, furti, intimidazioni. I carabinieri del Comando provinciale di Avellino hannoe seguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 indagati (3 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all'obbligo di dimora). Sono ritenuti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di estorsioni, lesioni personali aggravate, violenza privata, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, furto aggravato e altro.

 Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura irpina, che ha coordinato le attività condotte dai carabinieri dell'Aliquota Operativa della Compagnia di Baiano.

Le indagini hanno tratto origine da una violenta aggressione consumata nel 2020 ai danni di un uomo di Monteforte Irpino, pregiudicato, e hanno consentito di disarticolare un sodalizio criminale operante nella provincia avellinese. Era composto da soggetti, molti dei quali frequentatori di palestre di pugilato, i quali, organizzati piramidalmente, erano dediti a variegate attività criminali, incentrate principalmente sull'imposizione del proprio gruppo come servizio di "security" in occasione di serate ed eventi tenuti presso discoteche, bar e pub. 

Il gruppo era specializzato, inoltre, nella realizzazione di attività di intimidazione e di violenti pestaggi, soprattutto su commissione, finalizzati al recupero di crediti e all'affissione illegale di manifesti elettorali. L'imposizione veniva esercitata mediante il sistematico ricorso alla violenza, avvalendosi della prestanza fisica degli appartenenti al sodalizio, nonché mediante l'utilizzo di bastoni, mazze da baseball e altri strumenti atti a offendere.

Molteplici i casi di lesioni anche gravi (fratture al volto, al cranio e agli arti) causate alle vittime, allo scopo di vincere ogni forma di resistenza, di indurre al sollecito pagamento dei debiti o impedire di sporgere denuncia.

Alcuni membri dell'organizzazione erano, inoltre, dediti, individualmente, ad ulteriori attività criminali, quali furti in abitazioni, presso cantieri edili e di veicol. Uno dei promotori si occupava anche del reclutamento di manodopera da destinare, all'impiego "in nero" e sottopagato, a servizi di portierato o di controlli anti-COVID presso centri commerciali e ipermercati di tutta la provincia.