MAxi sequestro di beni ai danni di due imprenditori di Villa Literno (Caserta), i fratelli G. F. e M. F., eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli e dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale. Il provvedimento, per oltre 50 milioni di euro, è stato emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Veteresu richiesta di aggravamento della misura del controllo giudiziario avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Procura Nazionale Antimafia. I due soggetti operano nell'ambito del traporto merci su strada e della gestione dei rifiuti.
Alla base del sequestro di prevenzione vi è, in primo luogo, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel mese di novembre dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di G. F. per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, all’esito delle indagini condotte nei confronti dell’organizzazione del noto narcotrafficante stabiese Raffaele Imperiale. Sarebbe emerso che nel 2021 l'imprenditore avrebbe messo a disposizione del sodalizio di Imperiale un deposito per occultare 600 kg di cocaina all’interno di due container diretti in Australia. Nel corso degli interrogatori resi dopo l’esecuzione della misura cautelare, Imperiale ha confermato il coinvolgimento dell'uomo e descritto altri traffici illeciti compiuti con la collaborazione dell’imprenditore liternese: dapprima due operazioni di trasporto dal Brasile, tra il 2008 e il 2010, di complessivi 6.000 kg di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021, una decina di trasporti dall’Olanda allorquando, avvertendo l’esigenza di dotarsi di autotrasportatori efficienti e fidati, decise di ricontattarlo tramite un altro soggetto (anch’egli tratto in arresto nel mese di novembre). Quest’ultimo ha confermato la circostanza nel corso dell’interrogatorio del 13 dicembre 2022. Per le attività svolte secondo quanto dichiarato da Imperiale, G. F. avrebbe ricevuto un compenso di oltre 7 milioni di euro.
L'indagato ha anche precedenti per rapina, furto e armi e, dalle dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco delle fazioni Schiavone e Zagaria del clan dei Casalesi, sarebbe stata evidenziata la collusione dell'imprenditore con il gruppo di Michele Zagaria.
M. F., invece, è gravato da precedenti penali e legato al fratello da vincoli societari che "lo hanno portato alla totale condivisione non solo delle strategie commerciali ma anche di quelle di natura illecita, come emerso dalle verifiche sulla gestione delle aziende di trasporto e degli impianti di trattamento rifiuti da parte dei due germani", si legge in una nota congiunta dell'Arma e delle Fiamme Gialle.
Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una evidente sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze. Da qui il sequestro avente ad oggetto le quote e i compendi aziendali di 8 società, 120 immobili tra fabbricati e terreni, 6 tra auto e motoveicoli, nonché il blocco dei rapporti bancari e finanziari, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.