Nei giorni scorsi, un incendio è divampato a bordo della nave cisterna italiana Domenico Ievoli, con una stazza lorda di 6.522 tonnellate e lunga circa 118 metri. L’imbarcazione, partita da Torre Annunziata e diretta ai depositi costieri di Vibo Marina con un carico di prodotti petroliferi, ha preso fuoco al largo della costa di Paola per cause ancora da accertare.
L’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e delle Capitanerie di Porto di Vibo e Cetraro ha permesso di domare le fiamme dopo ore di lavoro. Fortunatamente non si registrano feriti tra i membri dell’equipaggio né danni ambientali.
Per consentire accertamenti e riparazioni, la Domenico Ievoli è stata rimorchiata nel porto di Vibo Marina dal potente rimorchiatore Eduardo Morace.
L’incidente riaccende il dibattito sulla sicurezza e sull’opportunità di ricollocare i depositi costieri di carburante in zone meno densamente popolate.
Il deposito costiero di Torre Annunziata è stato sempre oggetto di discussione tra le forze politiche e sociali della città per problemi legati alla sicurezza, in quanto allocatoa ridosso di un’area ad alta densità abitativa. Da qui un dissenso diffuso, cortei, mobilitazione di Comitati cittadini e, per ultima, una petizione inviata all’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa che proponeva la dismissione e la delocalizzazione dell’intero sito industriale.
Il problema è diventato di attualità anche dopo le due esplosioni ravvicinate in un distributore di benzina e GPL in via dei Gordiani, nel quartiere Prenestino a Roma, dove ci sono stati 45 feriti, di cui 24 civili, 11 poliziotti, 6 vigili del fuoco, 3 operatori del 118 e un carabiniere.