A cura della Redazione
Non tradisce le attese la seconda soirée della rassegna di musica classica “Pentagramma Oplontino”, fortemente voluta da presidente e soci del Circolo Professionisti e Artisti ed ambiziosamente e legittimamente tesa a farsi punto di riferimento, tradizione consolidata, intensa e vivificante esperienza culturale per quanti amano la buona musica o intendono avvicinarsi ad essa. Aspettative del pubblico non tradite, quindi, per l’atteso concerto del 12 dicembre, grazie ad un esecutore d’eccezione, il maestro Maurizio Di Fulvio, considerato uno dei chitarristi più interessanti ed innovativi dell’attuale panorama musicale, titolare di un brillante itinerario artistico con numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Poche note, l’accenno dei primi virtuosistici accordi con il danzare ora rapido e frenetico, ora misurato e fluente delle dita che spadroneggiano sulle corde a disegnare impossibili intrecci e arditi accordi e l’incantesimo si compie, il viaggio ha inizio. Ed ecco allora l’armonia fluire dolce e malinconica, struggente e sognante ad inondare anima e cuore. Grande e bella prova di eleganza e versatilità quella del maestro Di Fulvio, la cui esecuzione si è mossa lungo l’esile linea di confine tra tradizione e sperimentalismo, in un convergere di sonorità sudamericane, jazz, rock, coniugate con le tinte della classicità. Dalle collaudate ma non per questo meno ammalianti composizioni di Jobim, Piazzola, Sting, alle architetture musicali dello stesso Di Fulvio, autore di brani quali Django memories, Apple, Shaker, Romance style, una forma compositiva quest’ultima, che rivisita il genere classico con moderna sensibilità. Calorosi e convinti gli applausi finali di un pubblico che ha dimostrato di gradire oltremodo le interessanti varianti artistiche proposte dalla seconda edizione della rassegna musicale. Prossimo appuntamento per il 9 gennaio con il “Vincenzo Martire jazz Quartet”. EMANUELE SOFFITTO dal settimanale TorreSette del 18 dicembre 2009