A cura della Redazione
Il mosaico di incontri istituito dal Caffè Letterario Nuovevoci di Torre Annunziata, si riempie di un ulteriore prestigioso tassello: l’incontro con l’esperta giornalista de Il Mattino, Daniela De Crescenzo, che ha presentato il suo ultimo libro: ‘O Cecato, la vera storia di uno spietato killer, Giuseppe Setola. “O Cecato” è il capo dell’ala stragista dei casalesi, quello, tanto per intenderci, della mattanza di Castel Volturno, il protagonista spietato dell’oramai famosa intercettazione schok dei Carabinieri che testimonia un farneticante ed inconcludente raid di morte tra il crepitio di 107 colpi di semiautomatiche e kalashnikov, canzoni, risate ed un caffettino finale. Sono dieci mesi di paura, terrore e morte quelli che la De Crescenzo narra col taglio agile ed incalzante della cronaca giornalistica, arricchita ed ampliata da analisi ed interpretazioni di estremo interesse. Dieci mesi in cui Giuseppe Setola uccide 18 persone, tra cui numerosi innocenti. E’ impressionante la serie di reati di cui questo spietato killer è accusato dall’aprile del 2008. Umberto Bidognetti, zio di Cicciotto, l’imprenditore Domenico Noviello che aveva denunciato le estorsioni subite, Michele Orsi che era stato il patron della società di smaltimento di rifiuti Ecoquattro. E ancora Raffaele Granata, due albanesi, i sei ghanesi della strage nella sartoria di Castel Volturno, il proprietario della sala giochi ucciso venti minuti prima della strage e tanti altri. In alcuni casi è lui a premere il grilletto, in altri è lui il mandante, ma il fine è sempre lo stesso: seminare il terrore, diventare il boss indiscusso dei casalesi e incassare migliaia di euro. Tra queste pagine sporche di sangue, si intreccia la storia del manager dei rifiuti Gaetano Vassallo che, per sfuggire dalle grinfie dello stesso Setola, racconta ai magistrati come per trent’anni, con la complicità di politici e funzionari corrotti, la camorra abbia devastato le terre, le acque e i cieli della Campania. Mentre Setola spara e fugge, Vassallo canta, e tira in ballo nomi pesanti, come quelli dell’ex ministro Mario Landolfi e Nicola Cosentino. Tra fogne, cunicoli, residence privati, e abitazioni segrete Setola riesce a sfuggire alla cattura, grazie anche a tanta fortuna e molto ingegno, fino al 14 gennaio 2009, quando finalmente i carabinieri lo arrestano in una casa diroccata accanto alla clinica Villa Floria a Mignano Montelungo, in provincia di Caserta. Resosi conto di essere spacciato, dopo un ultimo tentativo di fuga sui tetti, si arrende dicendo, quasi come fosse un film: «Avete vinto voi». Alla serata di presentazione, sono inoltre intervenuti l’ex magistrato Michele del Gaudio e il sindaco Giosuè Starita, entrambi concordi sulla necessità di non enfatizzare il ruolo dei pentiti e di smitizzare, nel contempo, la figura del camorrista facendogli perdere lo status di “modello”, di esempio da seguire. Va dissolta quell’ingiustificata aurea di eroismo e superiorità che spesso circonda tali personaggi e ciò può avvenire a detta del primo cittadino, non solo con un doveroso controllo del territorio ma anche attraverso possibilità di riscatto sociale, moltiplicazione di proposte culturali, creazione di possibilità occupazionali.. E’ su questo aspetto che si accende una civilissima polemica tra la De Crescenzo ed il sindaco. La giornalista si chiede come mai nessun Consiglio Comunale tra quelli che si sono succeduti negli ultimi anni, abbia avuto la forza di emettere un’ ordinanza di abbattimento di palazzo Fienga, non solo per la vetustà dell’edificio quanto per ciò che rappresenta. Starita replica che quell’abbattimento non avrebbe più senso essendo rimasti nello stabile solo anziani e bambini rispetto ai quali, a maggior ragione, occorre dare vita ad una politica dell’inclusione, trasmettere l’idea di una comunità che vuole accogliere e non separare. EMANUELE SOFFITTO (dal periodico TorreSette del 19 marzo 2010