La storia della città oplontina è intrecciata a quella di uomini e donne che, con la loro vita, hanno lasciato un segno profondo. Tra questi c’è monsignor Francesco Raffaele Gerardo Andrea Orlando, nato a Torre Annunziata il 21 febbraio 1895, alle ore 22, in via del Popolo.
Discendente di una famiglia di antica tradizione farmaceutica – il padre era farmacista, come lo erano stati i suoi avi Catello Orlando e Antonio Guglielmino – Francesco crebbe in un ambiente in cui cultura e impegno civile si intrecciavano fortemente con la fede. Le ricerche storiche del professor Alfonso Monsurrò e del sacerdote Antonio De Felice hanno permesso di tracciare un ritratto vivido della sua vita e del suo ministero.
Dopo gli studi liceali al “Garibaldi” di Napoli, Orlando entrò nel seminario di Posillipo, dove conseguì la laurea in teologia con il massimo dei voti e la lode. Fu ordinato sacerdote il 30 marzo 1918, a soli 23 anni.
Due anni dopo fondò a Torre Annunziata l’associazione “Pro Aris et Focis”, pensata per coinvolgere i giovani nella difesa della fede e della famiglia. Successivamente si trasferì a Nola, dove svolse un’intensa attività: docente di religione al liceo “Carducci”, canonico penitenziere in cattedrale, direttore del giornale La campana di San Paolino e fondatore dell’associazione “Santa Cecilia”, impegnata nella formazione delle giovani.
Il 5 settembre 1942 fu nominato vescovo di San Severo, in provincia di Foggia, incarico che ricoprì per diciotto anni. Durante il suo episcopato si distinse per opere di grande rilievo sociale: nel secondo dopoguerra distribuì terreni parrocchiali ai contadini bisognosi, contribuendo a ridare dignità e speranza a una popolazione segnata dalle difficoltà.
Il legame con Torre Annunziata rimase sempre forte. Devotissimo di Sant’Alfonso de’ Liguori, tornò nella sua città natale dove, il 2 agosto 1960, proprio nel giorno della festa del santo, concluse la sua vita terrena.
La comunità volle onorarne la memoria: il 9 gennaio 1966 gli fu intitolata la piazza antistante la chiesa di Sant’Alfonso de’ Liguori, a Torre Centrale. A lui fu dedicata anche la scuola adiacente, oggi abbattuta per far posto al museo virtuale ArcheoOplonti.
La figura di monsignor Orlando resta, però, testimonianza viva di un pastore che seppe unire fede, cultura e attenzione concreta ai bisogni della sua gente.
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