A cura della Redazione
«Rimbocchiamoci le maniche, resettiamo tutto e ripartiamo da zero». E’ un Massimo Agovino riflessivo quello che si è ripresentato al Giraud dopo un oblio durato venti giorni. «Una pausa dolorosa, ma salutare. Mi sono chiuso in una stanza chiedendomi: dove e cosa ho sbagliato? Ne è scaturita un’autocritica onesta - afferma con estrema sincerità l’allenatore - che mi ha chiarito i tanti aspetti del mio lavoro sui quali finora avevo colpevolmente sorvolato». E in effetti, almeno nelle intenzioni, sembra davvero di essere al cospetto di una persona diversa. «Oggi sono lucido e sereno. Prima non lo ero. Riconosco le mie colpe. Ho commesso molti errori, anche in campagna acquisti. Qualche calciatore voluto da me mi ha tradito, toppando in maniera clamorosa e questa convinzione l’ho subito trasmessa allo spogliatoio appena sono rientrato. Amo il mio lavoro - prosegue - e stare fuori mi ha pesato tantissimo, ma solo così ho acquisto la consapevolezza di ciò che ho sbagliato». Vuoi vedere che questa conversione quasi mistica di Agovino gli ha consigliato una sorta di redenzione riguardo al modulo di gioco? «No, resto assolutamente fedele al 4-3-3, anche se saranno necessari concreti accorgimenti tattici per gestire le situazioni critiche che presenta una partita di pallone. Consentitemi di sottolineare, però, che nel calcio, come nella vita d’altronde, è necessario anche un pizzico di fortuna. E la dea bendata - ricorda l’allenatore - distratta da altre vicende, non è mai arrivata in nostro soccorso». Durante le sue tre settimane di permanenza a Torre, Alberto Aita ha più volte sottolineato lo stato precario, psicologico e fisico, in cui ha trovato la squadra. Un gap da condizioni accettabili di rendimento che il tecnico calabrese non ha avuto il tempo (o la voglia?) di colmare. «Mi dispiace che il collega si sia espresso così nei confronti dei ragazzi. Non penso che la situazione attuale sia così disastrosa e credo nella bontà del lavoro svolto dal professor Ferullo (il preparatore atletico, ndr). Qualche intervento sul mercato, comunque, credo sia necessario. Ho parlato anche di questo con la società - conclude Agovino - e sicuramente l’organico verrà ritoccato». Ma non ci sarà la rivoluzione di ottobre che voleva Aita con ben otto elementi in uscita a fronte di cinque nuovi ingaggi. Era solo il saldo algebrico ad apparire conveniente. L’impegno economico assolutamente no. Ci penserà il nuovo socio del Savoia, con i suoi conferimenti in danaro, a inoculare tranquillità ad Agovino? La Giannrent srl, rappresentata da Michele Palladino e Luigi Giannatiempo, ha acquisito, da lunedì scorso, il 30 per cento delle quote del sodalizio, diventando insieme al gruppo Farinelli-Balzano il socio di maggioranza. Un’operazione condotta con riserbo e conclusa con concretezza, a differenza di quella specie di soap in cui si era trasformata la vicenda Coppola. «La nostra dote? Risorse economiche e un centrocampista», ha detto Michele Palladino che ha anche sottolineato il legame di amicizia con la famiglia Farinelli e il particolare, non trascurabile, dell’erogazione di un altro contributo al F.C. Savoia durante la scorsa stagione agonistica. Per Roberto Azzurro si tratta di un’operazione propedeutica in un momento oltremodo tribolato. «Ringrazio il nuovo gruppo che ha affiancato la proprietà. Abbiamo bisogno di persone come loro che credono nel nostro progetto sportivo - sbotta il direttore generale - e ci consentono di recuperare la serenità necessaria da trasmettere alla squadra». Il dirigente conferma anche la trattativa in corso con l’ex presidente del Savoia Dario Pasquariello ed aggiunge: «Non escludiamo altri ingressi in società. A patto, però, che si tratti di proposte serie e concrete». GIUSEPPE CHERVINO