A cura della Redazione
Per me che in matematica non sono mai stato un fenomeno, conoscere il professore Sfera suonava più o meno come una condanna. Da ragazzo mi facevano paura due categorie di professionisti: il medico e il professore di matematica. Equazioni e radici quadrate rimasero il mio tallone d’Achille anche dopo che mia madre mi mandò a ripetizione da Nardino Sfera, intimo amico di mio zio Adriano. Quei pomeriggi a casa del “professore” erano una vera tortura. La matematica proprio non mi entrava in testa, ne pagai le amare conseguenze anche quando frequentai, a Napoli, il liceo Genovesi. Strana la vita, però. Dietro quella figura minuta, rotondetta, per niente austera, si celavano due anime in perfetta simbiosi. L’amore per i numeri e le rette era pari ad una abilità linguistica non comune, permeata di venature di sottile umanità e gradevole ironia. Fu quest’ultimo il lato di Nardino che m’affascinò: scrittore, saggista, giornalista, la sua penna è stata guida e maestra per un’intera generazione, per noi ragazzi di allora che timidamente ci affacciavamo alla pratica giornalistica. La passione per il Savoia fu la nostra scuola, ma solo un “professore” poteva guidarci, formarci, incoraggiarci. Nardino lo faceva senza alcun disagio, mai alzando il tono della voce. Bastavano un foglietto strappato a un quaderno, una penna, l’immancabile Marlboro tra le labbra e in batter d’occhio venivano fuori menabò per le pagine di un giornale, titoli e articoli. Con Catello Coppola si formò un sodalizio straordinario. Erano uniti da un’amicizia e una stima che valicavano i confini professionali. Nardino stravedeva per il povero Catello. Negli anni in cui il professore denunciava il peso degli acciacchi, “pretendeva” che fosse “Catellino” a portarlo in giro per una breve passeggiata in macchina. E che gli fornisse la solita Marlboro... Non potevano chiudere bocca l’uno dell’altro. Fra me e Catello, invece, non mancavano scintille. Più che altro divergenze sul modo di descrivere gli avvenimenti che negli ultimi decenni hanno caratterizzato nel bene e nel male la vita del Savoia. Ma a mettere fine a litigi e discussioni bastava una trasferta al seguito dei bianchi, un allegro pranzo in qualche ristorante di sua conoscenza e, per finire, una vittoria che completasse degnamente la domenica. Dalle colonne del Giornale di Napoli e del Roma, prima della ricca e intensa produzione di articoli sul Corriere dello Sport, Catello è stato l’espressione autentica del cronista d’assalto. Sempre in prima linea a fronteggiare scettici e detrattori del “suo” Savoia, memorabili le sue crociate contro la famiglia Moxedano. Mi mancheranno, ci mancheranno entrambi. Di sicuro Nardino Sfera e Catello Coppola fungeranno da esempio alle giovani leve che si accingono ad intraprendere l’attività giornalistica. Sappiano che a Torre ha radici profonde ed esponenti di assoluto valore. VINCENZO PINTO (dal settimanale TorreSette del 1° ottobre 2010) Su iniziativa del consigliere Domenico De Vito, il Consiglio Comunale nella seduta del 30 settembre scorso doveva approvare la proposta di intitolare la sala stampa e la tribuna stampa dello stadio comunale di Torre Annunziata “Alfredo Giraud” rispettivamente ai giornalisti torresi Leonardo Sfera (nella foto) e Catello Coppola. Il mancato svolgimento dell’assise comunale ha fatto slittare la ratifica dell’intitolazione alla prossima valida seduta. Ecco il profilo dei due giornalisti. Leonardo Sfera detto Nardino Scrittore, filologo, giornalista e saggista torrese. Una delle penne più sublimi e graffianti della provincia di Napoli dal secondo dopoguerra. Autore di importanti testi archeologici e di storia del territorio. Fondatore e direttore, negli anni ‘60, dei periodici Il Gatto e Ennedue. Corrispondente delle testate Il Mattino, Lo Sport del Mezzogiorno, Sport Sud. Direttore Responsabile dei servizi giornalistici di Radio Antenna Vesuvio e di Antenna Vesuvio Radio Televisione e fondatore di Alè Savoia, una delle prime pubblicazioni nazionali dedicata esclusivamente ad una squadra di calcio. Un’intera generazione di giornalisti torresi si è formata all’ombra della sua imponente e carismatica figura professionale: Massimo Corcione, Catello Coppola, Vincenzo Pinto, Giuseppe Chervino, Rino Santoro, Giuseppe Lucibelli, Silvestro Di Maria. Leonardo Sfera è scomparso nel 1989. In sua memoria i giornalisti torresi menzionati hanno costituito l’Associazione onlus Leonardo Sfera, un sodalizio che promuove l’attività giornalistica tra i giovani e per nove anni ha dato vita al premio Oplonti di Corallo. Catello Coppola Scrittore e giornalista torrese. E’stato il corrispondente storico del Corriere dello Sport-Stadio per oltre 30 anni della zona vesuviana. Ha collaborato anche con i quotidiani Roma e Il Giornale di Napoli. Redattore de Il Gatto, Ennedue, La Voce della Provincia, Torre Sport, Radio Antenna Vesuvio e Antenna Vesuvio Radio Televisione. Fondatore del periodico Alè Savoia e promotore dell’Associazione Leonardo Sfera. Catello Coppola è scomparso nel 2006.