A cura della Redazione

Pace fatta tra il presidente del Savoia, Arnaldo Todisco, ed i calciatori Nino Guarro e Luigi Rinaldi. I due, in pratica licenziati dopo la sconfitta contro la Caivanese, rientrano in squadra su decisione dello stesso numero uno del sodalizio.

«Dopo un pomeriggio concitato, vissuto tra consulti  tra dirigenti e serene riflessioni, il presidente Todisco ha deciso di “perdonare” Guarro e Rinaldi - si legge nella nota ufficiale del club -  In un confronto aperto e leale con i tifosi, avvenuto nel piazzale dello stadio Giraud, chiarimenti e sfoghi hanno avuto il sopravvento.  Alla fine, pace fatta e promessa di calciatori e tifosi di continuare compatti e determinati in vista della gara di ritorno di mercoledì in coppa Italia contro il San Giorgio e del big-match di domenica (ore 14,30) con l’Herculaneum».

Raccontare le vicende dell’OP Savoia, nella stagione agonistica in corso, è davvero stucchevole. Demonizzati sostantivi come coerenza, conformità, armonia, serietà. Spazio abbondante, invece, per approssimazione, confusione, caos, scompiglio. Dagli esordi infelici con dichiarazioni inopportune sui social network dello scorso giugno alla reintegrazione di Guarro e Rinaldi negli ultimi minuti della giornata di oggi, tutto sembra immolato all’altare della superficialità. Una sequenza infinita di dimissioni (solo nell’area comunicazione si sono dati il cambio ben quattro colleghi) ed avvicendamenti hanno trasmesso scetticismo, incertezza e, in qualche frangente, persino imbarazzo. Consistente anche la lista  di personaggi a caccia di visibilità mediatica che in tempi, entità e ruoli diversi hanno tentato di insinuarsi nella scia dell’”evento” denominato Savoia. Non sappiamo quale tipo di traccia lascerà l’attuale compagine sociale nella ultracentenaria storia della formazione di Torre Annunziata, ma di certo possiamo affermare che la gestione delle vicende pallonare di questi mesi non ha contemplato attenzione, saggezza, equilibrio. Tratti somatici fondamentali per restituire un’immagine “pulita” ad una realtà vituperata dall’ennesimo fallimento.