Champions League - Shakthar-Napoli: Le pagelle degli azzurri

Reina, 4. Per quelli che hanno fatto partire un virtuale countdown l’attesa non è stata poi così lunga. E’ arrivata ieri sera a Charkiv la prima papera stagionale di Pepe Reina, ormai una consuetudine, come il vassoio di paste la domenica a pranzo, ma dal sapore tutt’altro che dolce. Il portiere spagnolo mette la propria personalissima firma su entrambi i gol dello Shakthar: lento e poco reattivo sul tiro tutt’altro che irresistibile di Taison in occasione dell’1-0, e con una dissennata e incomprensibile uscita a farfalla che manco Roberto Bolle nella Morte del Cigno, che spalanca la porta al raddoppio di Facundo Ferreyra. Reina aggiunge alla sua collezione un altro dipinto scalpellato. Bisognava pensarci prima, ora è troppo tardi. Nulla di nuovo, dunque. E nulla di buono.

Albiol, 5,5. La pessima serata del Napoli non risparmia neanche lui, anche se il reparto difensivo non ha grosse colpe sulle reti degli ucraini. Nel deserto del centrocampo azzurro, prova ad impostare più di quanto gli sia richiesto e sbaglia tanto.

Koulibaly, 5. Soffre e anche parecchio la velocità degli avanti brasiliani dello Shakthar. Mezzo voto in meno del collega di reparto per la solita serie di falli totalmente inutili, quando va a saltare in occasione dei dodici calci d’angolo che il Napoli ha avuto a disposizione senza rendersi però, come sempre accade, mai pericoloso.

Hysaj, 5. Tanta corsa, ma i limiti sono tanti ed evidenti e non li scopriamo certo adesso. Di cross che arrivano in area di rigore manco a parlarne e i terzini avversari hanno deciso di adottare le dovute contromisure: imbottiture in gomma sulle gambe stile NFL per proteggersi dai palloni che Elseid scaglia puntualmente in quella zona del corpo con una precisione che ricorda quella di Bradley Cooper in American Sniper.

Ghoulam, 6. Merita la sufficienza il terzino algerino, uno dei pochi a salvarsi dal marasma della notte di Charkiv. Tanta spinta sulla sua fascia di competenza e qualche buon cross, uno dei quali stava provocando un’autorete dello Shakthar. Sul gol del 2-0 ha poche responsabilità, impietrito dall’uscita a vuoto di Reina.

Diawara, 4,5. Male il giovane centrocampista guineano, specie nel primo tempo. Tantissimi passaggi sbagliati e un senso di smarrimento per lui insolito. L’ingresso di Allan gli restituisce un po’ di smalto, ma la prestazione è bel al di sotto della sufficienza.

Zielinski, 4,5. Non è il Piotr ammirato nelle ultime due gare di campionato con Atalanta e Bologna. Per la quasi totalità della partita si assenta completamente e l’unica apparizione degna di nota è - ahinoi - l’assist di tacco involontario a Taison per il gol dell’1-0.

Hamsik, 4. La luce in fondo al tunnel sembra distare ancora parecchi chilometri. Sei gare ufficiali sempre da titolare, sei sostituzioni, sei prestazioni ai limiti dell’imbarazzante. Marek è l’ombra di se stesso, impacciato, lento, indolente e a tratti anche irritante. Lo slovacco in questo momento è un Re Mida al contrario e per quanto sia innegabile la sua importanza, sarebbe anacronistico non interrogarsi sul suo utilizzo a prescindere da condizione psico-fisica e prestazioni, sempre e comunque. D’accordo, Sarri dice che per entrare in condizione il capitano ha bisogno di giocare. Ma perché fino ad ora lo ha mai fatto?

Allan, 6,5. Corsa, grinta e la solita dose di cazzimma. Entra e produce più di quanto avessero fatto i tre colleghi di reparto nei primi 65 minuti del match. La sua panchina è il primo regalo di mister Sarri allo Shakthar, e non sarà l’unico.

Callejon, 5. Spreca una buona occasione per portare il Napoli sul 2-2 (il tiro non era semplicissimo), poi il nulla assoluto. Non è serata per lo stakanovista azzurro, al quale il tecnico di Figline non rinuncerebbe nemmeno nella partitella tra amici del giovedì sera. Ci sarebbe Ounas, ma prima di vederlo in campo anche solo per qualche minuto dovrà imparare la lingua, visitare tutti i monumenti della città, imparare a mangiare salsiccia&friarielli e a preparare il casatiello!

Mertens, 6,5. Regalo di Sarri allo Shakthar numero due. Tenerlo in panchina in questo momento non è turnover ma puro autolesionismo. Quel poco di buono che producono gli azzurri nella serata ucraina è tutto merito suo, vedi il calcio di rigore poi trasformato da Milik. Lesa maestà!

Insigne, 5,5. Una bella conclusione nel primo tempo sulla quale Andriy Pyatov si oppone alla grande e tanto sacrificio nel ripiegare sugli attacchi degli ucraini. Serata no per Lorenzo che veniva costantemente raddoppiato dai giocatori dello Shakhtar ed aveva difficoltà a fare le sue solite giocate.

Milik, 5,5. Mezzo voto in più per il rigore segnato. Mai pericoloso, costantemente spalle alla porta, decisamente impacciato con la palla tra i piedi. Fallisce il possibile gol del pareggio senza che i difensori ucraini lo avessero infastidito più di tanto. Decisamente da rivedere, specie se viene fatto l’inevitabile paragone con quell’ira di Dio con il numero 14.

Sarri, 5. Il ciclo di partite ravvicinate che attende il Napoli spaventerebbe anche Leonida e i suoi trecento spartani. Va bene far riposare chi ha giocato di più, va bene cambiare lì dove è necessario. Appunto, dove è necessario. Mertens e Allan, i due elementi per distacco più in condizione di questo Napoli, avevano proprio bisogno di questo turno di riposto forzato? E poi proprio al debutto in Champions? E poi perché ostinarsi nel far giocare Hamsik che in questo momento ha la stessa utilità di un cappotto nel mese di agosto? Attenzione, Maurizio Sarri è il vero top player degli azzurri. Ma nessuno è infallibile, tantomeno lui. E nella babele partenopea di ieri sera ha contribuito a mandar già la torre.

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