A cura della Redazione

E' raggiante il presidente del Savoia, Antonio Nuzzo, dopo la vittoria del campionato di Eccellenza (con quattro gare d'anticipo) che ha regalato la promozione diretta in Serie D ai biancoscudati di Torre Annunziata.

«Una piazza così importante merita questi obiettivi, ci siamo riusciti - ha esordito in conferenza stampa nel post gara di Savoia-Frattese -. Emozioni di oggi? Molto forti vedendo anche mia moglie ed i miei figli con le lacrime agli occhi. Io volevo vincere e festeggiare contro la Frattese. Spettacolo nello spettacolo anche sugli spalti, il pubblico di Torre Annunziata è stato grande, niente da dire».

Sulla decisione di investire sul progetto calcistico nella città oplontina, Nuzzo ha spiegato: «Sono stato convinto dal Savoia fin dal primo giorno, sognavo questa piazza. Questa promozione la dedico alla città, poi a me stesso perché ci sono stati anni di sacrifici e sognavo di vincere il campionato in una piazza importante».

Sul futuro. «Questo per me è un traguardo perché abbiamo vinto il campionato, ma ci sarà un continuo. Il Savoia è una piazza che vuole sempre vincere. Cercheremo, se si avvicinano persone importanti intenzionate ad investire insieme a noi, di fare un ottimo campionato. Un retroscena: è da dicembre che immaginavo la vittoria del campionato. Calciomercato? Sto già contattando giocatori importanti, ma non posso fare nomi».

Entusiasta anche allenatore Franco Fabiano. «Al primo giorno in cui sono arrivato a Torre Annunziata, l'obiettivo era salire in serie D. Oggi abbiamo completato l'opera, il Savoia merita traguardi importanti. Voglio complimentarmi coi miei grandi uomini, voglio ringraziarli insieme al mio staff ed a tutti miei collaboratori. I miei ringraziamenti maggiori vanno a Mennitto e Pannone, per l'80 per cento la vittoria è loro. Grazie a questo grande pubblico, io sto qui da due anni e volevo questo risultato. Ci sono riuscito grazie alla piazza intera».

Sulle rivali (Afragolese in primis), Fabiano non le manda a dire: «Ho sempre volato basso, ma adesso posso fare un po' il presuntuoso: le concorrenti ci hanno intimidito con dichiarazioni, i miei uomini hanno sempre fatto parlare il campo dando 14 punti e più di distanza alle altre. Ad inizio anno qualche addetto ai lavori ci aveva fatto il de prufundis, invece quest'anno abbiamo ribaltato i loro pronostici. Abbiamo sempre avuto umiltà, a differenza di chi sa solo parlare e lamentarsi. A mio parere il campionato lo abbiamo vinto oggi, anche se credo che con la Sessana ci sia stata la svolta che ci ha fatto guadagnare un crescendo continuo. Ogni giocatore ha fatto la sua parte, oggi devo complimentarmi con Abbatiello che è entrato alla grande e con chi ha giocato poco. Nel secondo tempo è sceso in campo un grande Savoia? Io allenerei il Savoia anche in terza categoria, se manteniamo i piedi per terra possiamo raggiungere altri traguardi. Stravincere il campionato non era facile, basta vedere l'organico dell'Afragolese e della Puteolana, che hanno giocatori importanti. Noi avevamo grandi piazze contro, ma non c'è stata partita. Non dobbiamo mollare mai, anche se il campionato è già vinto. Quando si vince non si vince mai da soli, gli artefici più importanti sono i giocatori. Penso di aver lasciato a questa squadra personalità e cattiveria».

Il tecnico infine si è soffermato sull'annata passata. «Anche l'anno scorso avevo una Ferrari, ma tutto ciò che stava attorno a noi era una vecchia 500. Mi fece rabbia l'esonero di un anno fa, ma alla fine il tempo è galantuomo. Mi fu tolto il giocattolo da mano, anche se poi ho avuto la fortuna di ritornare».

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