A cura della Redazione

C'era anche Boscoreale alla maratona di New York. Il sindaco Antonio Diplomatico e l’assessore allo sport Francesco D’Aquino hanno incontrato gli atleti dell’ASD Boscoreale Running di ritorno dalla Grande Mela dove hanno gareggiato nella gara stracittadina più partecipata al mondo, che quest’anno ha avuto circa settantamila iscritti, con la comunità Italiana tra la più numerosa.

A rappresentare i colori dell’associazione boschese sono stati i medici Angelo Bruno e Carlo Sorrentino e la maestra Giovanna Turi, che hanno coronato il sogno di ogni maratoneta: correre in una megalopoli unica al mondo, dove l’evento sportivo universale è molto sentito.

Sorrentino, alla sua quinta maratona, è stato il primo a giungere al traguardo, chiudendo la gara in 4 ore 30’44”. Il dirigente medico dell’Asl è esempio di lungimiranza sportiva. Sebbene la sua non giovanissima età, riesce sempre a sfoderare prestazioni di buon livello, da far invidia ai meno giovani.

Angelo Bruno, 46 anni, odontoiatra, è il veterano della categoria ed ha chiuso la sua gara in 4 ore 35’56”.  Per lui è stata la settima partecipazione ad una maratona, con una nota particolare: da tre anni corre con una protesi d’anca, rappresentando per tutti l’esempio di come, dopo un grave infortunio, si possa riprendere a svolgere un’attività sportiva così impegnativa con risultati soddisfacenti. 

Giovanna Turi, la maratoneta più quotata del settore femminile della Boscoreale Running, è alla terza partecipazione a una maratona, e ha chiuso la sua gara in 4 ore 35’57”.

«Sono stato ben felice d’incontrare gli atleti dell’ASD Boscoreale Running - ha dichiarato il sindaco Diplomatico -, tra i quali due miei colleghi medici, che ho calorosamente ringraziato per aver rappresentato a New York la nostra città. Continuerò a sostenere tutte le iniziative di questa associazione che con un diuturno impegno contribuisce a promuovere l’immagine di Boscoreale e i suoi tesori».

«La nostra associazione  - spiega il presidente Salvatore Guarino - mira a diffondere la cultura del benessere psicofisico, e a testimoniare come persone normali possono praticare sport in allegria, dalla camminata alla corsa, con momenti di aggregazione. È questo il fine principale del nostro percorso. Agli atleti che hanno degnamente rappresentato i nostri colori a New York  - ha concluso Guarino - va il mio ringraziamento per aver concretizzato con successo il sogno americano al di là dei tempi tecnici, a volte impropriamente rincorsi».

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