A cura della Redazione

Domenica 25 giugno 1995. Lo “Zaccheria” di Foggia ospita la finale play off che vale la C1. Al Savoia operaio di Gigi De Canio un’intera città chiede l’impresa. Quelle che vengono catalogate nella categoria “eroiche e impossibili”. L’avversario è il Matera, autentico blindato. In organico tanti calciatori considerati un lusso per la categoria: De Solda, Landonio, De Ruggiero, Bitetto, Cianciotta, Fida, D’Ermilio, Tatti.

Per esorcizzare la loro forza, in campo bisogna volare. E il Savoia vola, sì che vola grazie anche ad una condizione atletica che definire eccellente rappresenta esercizio di puro eufemismo. Non sembra una calda domenica di fine giugno. Le maglie bianche sono dappertutto fino a diventare un incubo per i lucani. ​ Brio, effervescenza, vivacità e freschezza di quella storica vittoria sono il corollario del lavoro di un grande Uomo, di un egregio Professionista, di un esperto Preparatore: Ciro Langella.

Martedì pomeriggio la notizia che ha sconvolto tutti. Un infarto sottrae Ciro ai suoi cari, alle sue passioni, al suo sapere, alla sua voglia di vivere. Il dolore sconfinato si materializza il giorno dei funerali con gli occhi gonfi di lacrime di Mauro Agovino, lo sguardo incredulo e attonito di Gigi De Canio, la commozione di Felicio Ferraro, Ernesto Apuzzo, Andrea Vecchione e Tony Barbera, la bara portata a spalla dai calciatori di quel Savoia irripetibile, Sasà Amura, Marco Ciardiello, Ciro Raimondo, Ciro Donnarumma, Alberto Savino.

Ciro Langella aveva iniziato a trasferire sul campo le sue conoscenze e competenze tecniche negli anni ’90 allenando le formazioni della scuola calcio dello Spolettificio Esercito a Torre Annunziata, dove ha prestato servizio per oltre 40 anni. Al Savoia, dopo la straordinaria esperienza della promozione in C1 nel 1995, era tornato nel campionato di serie D 2008/2009 in qualità di secondo di Mauro Agovino. Ancor più recente il suo prezioso contributo nel settore giovanile dei bianchi diretti da Tony Barbera e Antonio Marasco.​ In un ambiente dove ​ oramai alcuni valori latitano in misura inquietante, di Ciro mancheranno la sua onestà intellettuale e professionale, la sua correttezza, il suo equilibrio, il suo amore illimitato per quello che, nonostante tutto, resta lo sport più bello del mondo.