A cura della Redazione

E’ morto a Roma Vincenzo D'Amico, stella della Lazio degli anni ’70 e ’80. Era nato a Latina, aveva 68 anni. Vinse con i biancocelesti il primo scudetto, quello che la banda Maestrelli conquistò nel 1974. D'Amico di quella squadra è stato uno dei simboli. Vincenzino, come lo chiamavano tutti e come lo ricorda con commozione anche la società biancoceleste, fu il fantasista di quel miracolo che portò la Lazio a laurearsi campione d'Italia. Allora D'Amico non aveva ancora vent'anni.

Geniale e abile in campo, era stimato anche fuori dal campo per i suoi modi sempre gentili e signorili. Ricoverato da alcuni giorni in ospedale, le sue condizioni si sono aggravate rapidamente. Con pudore aveva raccontato della propria malattia, non nascondendo la paura né la volontà di sconfiggerla. "Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate! Io ci sto provando!": così aveva scritto in un post sui social lo scorso 6 maggio, confermando di aver intrapreso la difficile battaglia con il tumore.

Con D’Amico se ne va un altro pezzo della storia del calcio, il golden boy di quella Lazio magica, da Re Cecconi all'allenatore Tommaso Maestrelli, a Frustalupi, Chinaglia, Pulici, Facco, Wilson.