Ordinanza di custodia cautelare per nove persone in una inchiesta condotta dalla DDA di Napoli su rapporti tra imprenditoria e camorra.
I finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, e di Polizia Tributaria di Napoli hanno eseguito il provvedimento consistente in tre ordinanze di custodia in carcere, quattro di custodia ai domiciliari mentre per altri due indagati è scattato il divieto di dimora nelle province di Napoli e Caserta.
I destinatari sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di concorso esterno in associaizone camorristica, reimpiego e intestazione fittizia di quote societarie, con l'aggravante della finalità mafiosa. Reati che sarebbero stati commessi per realizzare importanti operazioni finanziarie ed immobiliari a vantaggio del clan dei Polverino.
Coinvolti nell'inchiesta l'imprenditore edile Carlo Simeoli, i fratelli Giovanni, Andrea e Luca De Vita, commercialisti, e Roberto Imperatrice, operante nel settore della ristorazione.
I professionisti, per gli inquirenti, pur conoscendo i gravi trascorsi giudiziari della famiglia Simeoli (già finito sotto indagine per il riciclaggio di denaro per conto dei Polverino), avrebbero agevolato, attraverso mirate interposizioni societarie e complesse operazioni di riciclaggio, la realizzazione di una serie di investimenti immobiliari gestiti da diverse società direttamente e/o indirettamente riconducibili a Carlo Simeoli.
In particolare, tra le iniziative finalizzate al riciclaggio sono da ritenersi di particolare rilievo - spiegano gli inquirenti - la costruzione di un centro sportivo con annessi ben 120 box auto (dal valore di 10 milioni di euro) nel quartiere Vomero a Napoli, e di un centro commerciale a Zumpano (Cosenza) con annesso cinema multisala.
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