A cura della Redazione

Sono trascorsi 43 anni dal terremoto in Irpinia e Lucania, che provocò 2.735 vittime, circa 9mila feriti e 400mila sfollati. In quel drammatico 23 novembre 1980 furono oltre 75mila le abitazioni completamente rase al suolo dal sisma, uno dei più potenti mai registrati in Italia (la magnitudo fu pari a 6.9), interessando un'area - riferisce l'INGV - di 17mila Kmq.

Si mise in moto una macchina dei soccorsi senza precedenti. Più di 4mila i vigili del fuoco chiamati sul psoto da tutta Italia, oltre mille i mezzi giunti sui luoghi del disastro. Insieme a loro, medici, infermieri, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, volontari.

In occasione di questa ricorrenza, la Protezione Civile della Regione Campania ha pubblicato un post su Facebook, parla di una data che «rimane scolpita nei nostri cuori come un momento di grande dolore. Una immane tragedia che mise in evidenza il coraggio e la determinazione di un popolo che si unì nella spontanea solidarietà per affrontarla. Un sisma che evidenziò però anche la fragilità del sistema e dal quale, grazie alla forte azione di Zamberletti, nacque la moderna Protezione Civile, basata su previsione e prevenzione, oltre che sulla gestione dell’emergenza».

«La Campania - prosegue il post - è una regione fortemente esposta al rischio sismico. Purtroppo le conoscenze scientifiche e le tecnologie ad oggi esistenti non ci consentono di prevedere esattamente quando un sisma si verificherà, ma ci mettono in condizione di sapere se un determinato territorio è a rischio: conosciamo esattamente la pericolosità delle varie zone. Perciò prepararsi a convivere con i rischi naturali ai quali un territorio è esposto, riuscire a mitigarne gli effetti e assumere meccanismi di auto protezione è fondamentale».

Parlando di terremoti, come non pensare anche a quanto sta accadendo ai Campi Flegrei. «Proprio in questi giorni ci stiamo confrontando con gli sciami sismici e con il particolare fenomeno del bradisismo che da sempre insiste in quell’area - continua il messaggio -. E nel nuovo piano di comunicazione che stiamo predisponendo in attuazione del decreto legge 140 del 12 ottobre scorso, partiamo proprio da qui: dalla necessità di diffondere la conoscenza scientifica, di aumentare la consapevolezza del rischio da parte dei cittadini e generare comportamenti virtuosi. Come? Innanzitutto conoscendo la vulnerabilità sismica delle nostre case e, se necessario, intervenire per migliorare o adeguare la loro resistenza alle azioni sismiche che, inevitabilmente, prima o poi  ci saranno. Solo questo ci garantirà una maggiore protezione».

Per finire, «rinnoviamo, a 43 anni di distanza dal terremoto dell’Irpinia, il cordoglio per le vittime, la vicinanza a quanti in quella tragedia hanno perso i propri affetti, o la propria casa. Ancora di più - e proprio pensando a loro - come Protezione Civile, rinnoviamo il nostro impegno a lavorare con determinazione per fare in modo che si possano mitigare gli effetti degli eventi naturali. Grazie alla lezione appresa dal terremoto del 23 novembre 1980 oggi non bisogna più gridare Fate presto (iconico titolo de Il Mattino). Esiste un valido sistema di protezione civile che fa prima. Di questo sistema fai parte anche tu - è l'appello rivolto ai cittadini -: informàti dei rischi del tuo territorio e assumi comportamenti consapevoli da cittadino attivo perché prevenire è importante».

A ricordare la tragedia anche il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, di origini irpine. «Alle famiglie delle vittime, segnate ancora da una ferita indelebile, esprimo la più sincera vicinanza - ha detto -. Va rinnovata la riconoscenza a tutti gli operatori delle Forze dell'Ordine, dei Vigili del fuoco e del mondo del volontariato che, fin dalle prime ore, si prodigarono con straordinario impegno per prestare soccorso alla popolazione. Una testimonianza perenne di solidarietà e abnegazione. La mia Irpinia, pur provata dalla sofferenza, non si arrese. Grazie al coraggio e al sacrificio dei suoi cittadini, seppe rialzarsi, dando dimostrazione di quell'ammirevole forza d’animo che la contraddistingue da sempre e che ha permesso di far rinascere un territorio meraviglioso», ha concluso il titolare del Viminale.