A cura della Redazione

La Befana (termine di Epifania, cioè manifestazione) è per tutti un personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio, riempiendo le calze di dolciumi.

La sua origine discende da tradizioni magiche. Si dice che i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.

Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. Poi pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.

Si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il bambino Gesù.

Ma com'è cambiato il giorno dell'Epifania, rispetto a quando eravamo noi bambini, oggi abbiamo superati gli “anta”, e i doni li portava la Befana e non Babbo Natale!

Avevamo poco tempo per giocare perché il giorno dopo si ritornava a scuola, ma vuoi mettere l'emozione di sistemare uno dei propri calzettoni ai piedi del letto, mettendosi sotto le coperte ad occhi chiusi, combattuti fra l'idea di rimanere svegli per vederla e la paura che se ne accorgesse e ci desse la scopa in testa?

E, puntualmente, vinti dal sonno, ci svegliavamo al mattino trovando con nostro stupore, vicino al nostro letto, proprio i giocattoli desiderati, con cui, in pigiama e scalzi, rimanevamo a giocare felici tutto il giorno. Che boccaloni che eravamo, rispetto ai bambini di oggi! Boccaloni ma felici perché avevamo desiderato e atteso del tempo prima di ottenerli. Che bella infanzia, la nostra!

Olimpia Venditto