A cura della Redazione

«Sindaco Pannullo, faccio presente che la presidenza del Rotary dura solo un anno». La dichiarazione di Giulio Clemente, presidente del Rotary Club di Castellammare di Stabia, punta a precisare con garbo che non c’è molto tempo a disposizione se veramente si intende risolvere il problema della segnaletica turistica per gli scavi archeologici dell’antica Stabiae, approfittando della sua disponibilità personale e del Club Rotary all’urgente soluzione del problema.

Il parco archeologico stabiese viene apprezzato dagli studiosi per la più alta concentrazione di ‘ville marittime’ meglio conservate in tutto il bacino del Mediterraneo. All’importanza oggettiva del sito non corrisponde il valore aggiunto della sua valorizzazione a causa della sua scarsa pubblicità e del degrado urbanistico e ambientale nonostante il contesto paesaggistico di alto profilo che ha fatto di Stabia un centro d’élite all’epoca dell’impero romano.

La consapevolezza di tali problematiche ha suscitato l’iniziativa (unica nel suo genere) della costituzione della fondazione  Restoring Ancient Stabiae (RAS) convenzionata con la già Soprintendenza Archeologica di Pompei (ora Parco Archeoloigco di Pompei) e la Facoltà di Architettura dell’Università del Maryland. Queste tre Istituzioni hanno messo in campo un masterplan che ha integrato campagne di scavo ad iniziative di bonifica del territorio.

La Fondazione RAS, creata nel 2002, rappresenta la prima Onlus archeologica italiana a caratura internazionale, operativa sia nella ricerca scientifica che nella divulgazione e valorizzazione dell’antica Stabiae. E’ figlia dell’intuizione geniale di un figlio esemplare di Castellammare di Stabia: il notaio Ferdinando Spagnuolo, che all’impegno civile ha accompagnato rare doti d’imprenditore illuminista. Grazie all’acquisizione dell’albergo salesiano di Scanzano è diventato punto d’approdo per i giovani aspiranti archeologi provenienti da tutto il mondo.

Contemporaneamente la Fondazione RAS ha organizzato mostre importanti in Italia e all’estero con i reperti delle raffinate Ville stabiesi di epoca romana. La disponibilità congiunta verso un obiettivo condiviso di RAS, Soprintendenza e Comune di Castellammare, ha messo in moto la tradizionale disponibilità del Club Rotary stabiese, con la convinzione che la promozione dei beni culturali metta in moto una leva efficace per lo sviluppo del territorio.

Il tavolo di conversazione di sabato 14 ottobre presso l’hotel Stabia di Castellammare ha preso spunto dalla presentazione della pubblicazione sul giardino di Villa Arianna, a cura della Fondazione RAS e dell’Associazione Internazionale "Amici di Pompei”. Ha visto la partecipazione di Nicola Di Lorenzo, consigliere delegato RAS; Angelandrea Casale, del Rotary Club di Pompei, e del direttivo dell’Associazione Amici di Pompei; Thomas Noble Howe, docente della Southwesthern University (USA), coordinatore scientifico RAS e curatore del volume; Paolo Gardelli, archeologo RAS, ricercatore dell’Università LMU di Monaco di Baviera e curatore del volume; e Antonio Pannullo, sindaco di Castellammare di Stabia.

Il dibattito, che ha registrato anche il puntuale intervento della direttrice dell’Ufficio Scavi di Stabiae, Giovanna Bonifacio, è stato moderato da Giulio Clemente, presidente Rotary Club stabiese.

Lo scavo e il successivo studio del giardino di Villa Arianna ha interessato uno dei più vasti e meglio conservati spazi aperti, destinati a giardino, che il mondo romano ci ha restituito. Il perfetto stato di conservazione della superficie di calpestio ha permesso agli specialisti che hanno operato sul campo di supporre con buona approssimazione gli schemi d’impianto delle diverse piante ornamentali. E’ stato anche possibile ricostruirne la planimetria, consentendo l’individuazione di due modelli di piantumazione: i cosiddetti viridia e gli ambulationes. Si tratta di avanzate tecniche di allestimento che, applicate alla botanica, sono la dimostrazione esemplare di una scoperta importante: l’architettura dei giardini dell’epoca non aveva nulla da invidiare alle più rinomate composizioni di verde organizzato di più recente matrice, come, ad esempio i giardini della Reggia di Caserta.

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