A cura della Redazione

«Dopo la mostra, i reperti formeranno il nucleo dell’Antiquarium di Stabia che sarà realizzato presso la Reggia di Quisisana». Lo ha annunciato il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, in occasione dell’inaugurazione (oggi, 31 luglio) della mostra “Alla ricerca di Stabia” agli Scavi di Pompei. L'archeologo intende far partire un percorso di conoscenza sulle radici, in parte ancora misteriose, della storia dell’antica Stabiae: una "missione" a cui sono stati invitati a partecipare diversi poli universitari per fornire i loro contributi. Si parte dall’analisi delle testimonianze della necropoli di Madonna delle Grazie e da quelle rivenienti dal santuario extraurbano in località Privati, che dal significato dei suoi reperti votivi risulta legato alla sacralità del mondo femminile, alla protezione della fertilità e delle nascite ma anche alla magia ed al mistero delle acque e quindi al mare, nella protezione dei naviganti.

Si tratta di due contesti di grande importanza che s’incrociano nello studio di ricostruzione delle dinamiche insediative del territorio stabiano. La necropoli di Madonna delle Grazie, con circa 300 tombe distribuite su un’area di circa 15.000 mq, datate tra la seconda metà del VII sec. a. C. e la fine del III sec. a. C., testimonia la stabilità dell’insediamento, fornendo elementi di informazione sugli abitanti del territorio intorno a Pompei. Il luogo di culto in località Privati documenta invece la presenza di un santuario extra-urbano nella seconda metà del IV sec. a. C.. Presenza in parte comune in altri centri (come il Santuario del fondo Iozzino a Pompei) ma Il deposito votivo, posto su una terrazza dei Monti Lattari, segnava anticamente il confine meridionale del territorio stabiano in una strategica posizione di controllo e di transito tra la valle del Sarno e l’area sorrentino-amalfitana.

 Al centro di quella terrazza è stata trovata una grande fossa colmata con materiale votivo, spesso frammentato e frammisto a terreno bruciato e a offerte di ossa di animali. Dall’esame degli ex voto, dalla ceramica alle terrecotte votive alle antefisse, si evince il forte legame della divinità venerata in quel sito con la sfera femminile, inserendo contestualmente il Santuario in una rete di analoghi luoghi di culto che partono dal tempio dorico di Pompei, attraversano la penisola sorrentina per arrivare all’Athenaion di Punta della Campanella.

Gli oggetti in mostra a Pompei fanno risalire alle radici identitarie dei defunti come nelle forme di consumo del vino sia a matrice greca che etrusca, alimentando parallelamente ricerche sulle dinamiche insediative degli etruschi tra la fine del VII e gli inizi del VI sec. a. C., i quali, sollecitati dall’arrivo di genti straniere, si spinsero dalle interne della piana del Sarno e dei Monti Lattari fino al golfo di Napoli. La necropoli di Madonna delle Grazie ci racconta con i suoi ex voto questa complessa fase di trasformazione.

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