A cura della Redazione

Sequestro di beni ai danni del clan Cesarano di Castellammare di Stabia

Nel città stabiese e a Trento, i Carabinieri della Compagnia di Castellammare hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, delle quote sociali e del patrimonio aziendale di due società di vendita e di noleggio di veicoli (auto, moto, imbarcazioni), per un controvalore complessivo stimato in circa 200mila euro.

La misura scaturisce dagli approfondimenti patrimoniali esperiti dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia stabiese, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, in ordine alle investigazioni sul clan Cesarano che avevano consentito di disarticolare i vertici del sodalizio criminale ed erano sfociate in una misura cautelare personale nei confronti di 18 indagati, eseguita dai Carabinieri lo scorso 10 luglio. In quella occasione, fu contestato anche un tentativo di estorsione di 50mila euro ad un impreditore edile pare te del narcos Raffaele Imperiale

Le attività di indagine avevano permesso di raccogliere gravi indizi circa l’attuale operatività dello storico gruppo criminale quale associazione armata di tipo mafioso avente per scopo la commissione di estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi, finalizzate all’acquisizione del controllo delle attività illecite e lecite di Castellammare di Stabia, di Pompei e delle zone limitrofe.

Le indagini avevano inoltre permesso di ricostruire gli assetti organizzativi, direttivi ed operativi del clan e di raccogliere gravi indizi di colpevolezza non soltanto in ordine alla commissione di una serie di reati perpetrati con l’aggravante del metodo e della finalità camorristica ma anche in relazione al tentativo degli indagati di ripulire i proventi delle attività illecite conseguite mediante il loro reinvestimento in beni mobili e in settori imprenditoriali di natura lecita come quello del noleggio auto e quello nautico.

Più precisamente, nel corso delle investigazioni si è potuto ipotizzare che la sede di una ci cessionario di vetture fosse divenuta la base logistica del clan Cesarano e luogo di periodiche riunioni degli affiliati.

Inoltre, all’esito di approfondimenti investigativi esperiti successivamente all’esecuzione delle misure cautelari personali, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di tre indagati, ritenuti ai vertici del sodalizio criminale, in ordine al reato di riciclaggio aggravato dal metodo mafioso, per aver trasferito denaro o altre utilità di provenienza delittuosa nel noleggio di autovetture e di imbarcazioni presso il Porto Turistico di Marina di Stabia, creando una società ad hoc, in modo di ostacolare l’identificazione della loro provenienza.