A cura della Redazione

La questione Gay Pride a Pompei continua a tenere banco nella città mariana, tra gli ambienti politici e la società civile.

L'ultimo intervento da registrare - dopo quelli del sindaco Pietro Amitrano, degli organizzatori e della stessa Questura di Napoli, quest'ultimo in relazione alle modalità con cui si svolgerà la manifestazione del prossimo 30 giugno - è quello del capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Alberto Robetti.

«È vergognoso che dopo mesi di discussione vi siano ancora polemiche su questa manifestazione, ancora a parlare di Gay Pride Sì, Gay Pride No - spiega Robetti -. Pompei, città di pace e di accoglienza, appare oggi agli occhi di tutti gli italiani chiusa ed omofoba a causa di questo assurdo e incompreso silenzio da parte dell'Amministrazione. Questo sindaco, che dichiara di appartenere al PD, partito storicamente sensibile alle delicate problematiche di questa categoria, risulta latitante rispetto all'istanza delle associazioni e, da quanto si apprende e si percepisce, sembra porsi negativamente rispetto a tale raduno, nonostante un autorevole rappresentante di questa Amministrazione avesse promesso anche il patrocinio alla manifestazione in occasione di un primo incontro. Non penso esistano problemi di sicurezza o di viabilità in una città come la nostra abituata a grandi eventi, tra l'altro non parliamo di una protesta che può far pensare a particolari problematiche, ma di una manifestazione che da sempre si è tenuta in tutta Italia, sempre con toni pacifici».

Robetti prende di mira il primo cittadino, accusandolo di «non aver mai avuto un incontro con le associazioni organizzatrici dell'evento. Non può anteporre il proprio pensiero a quelli che sono gli interessi della città, la laicità della figura di amministratore deve prevalere e garantire esclusivamente l'interesse e l'immagine della città che rappresenta. Per tale manifestazione si prevede un'affluenza di migliaia di persone provenienti da tutta l'Italia - prosegue il consigliere comunale (in passato presidente dell'Assise cittadina ed attuale rappresentante nella stessa dell'opposizione, ndr) - che, oltre a fare pubblicità alla città, deve essere intesa come una risorsa che porterà "soldoni" nelle casse dei B&B, degli albergatori, dei ristoratori, dei bar, dei tassisti ed un beneficio a tutto l'indotto che si muove attorno a queste attività».

«L'atteggiamento del sindaco e della maggioranza di questa Amministrazione mi mortifica profondamente - continua ancora Robetti - sia come pompeiano che come consigliere, in quanto rasenta una chiusura totale. Nessun consigliere di maggioranza ha espresso la propria idea, la propria opinione o abbia almeno discusso della manifestazione. Tutto ciò mi fa, purtroppo, pensare che questa maggioranza è probabilmente succube di qualche "altro potere". Voglio rammentare al sindaco in primis e ai suoi consiglieri che comunicare, confrontarsi, accettare la diversità, in quanto tale, è un esempio di civiltà, mentre non accettarla o ancor peggio far finta che non esista è un limite culturale che un amministratore non può permettersi. Chiedo scusa a nome della comunità che rappresento per la vergogna che questa Amministrazione sta gettando sul nome della città di Pompei. Alle associazioni - conclude l'esponente di Forza Italia - esprimo e ribadisco la mia vicinanza e disponibilità per un qualunque tipo di supporto».

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