A cura della Redazione
“E’ mai possibile che un’esperienza locale del genere possa restare così separata dal contesto regionale?”. Il quesito di Nicola Spinosa, soprintendente del polo museale di Napoli, ha dato alla conferenza stampa di ieri sulla mostra di tesori d’arte in corallo a palazzo Vallelonga di Torre del Greco, un impulso propositivo non privo di uno spunto polemico nei confronti delle Istituzioni, chiamate in causa anche dal Presidente della Banca di Credito Popolare, Antonino De Simone. Si chiede la creazione nella Regione Campania di una rete per le iniziative culturali, aperta alle eccellenze delle zone interne. La mostra presentata vanta capolavori barocchi in corallo delle maestranze ebraiche e trapanasi. Espone per la prima volta in un solo contesto 60 capolavori. Gioielli di arredo sacro e profano provenienti da collezioni pubbliche e private, illustrate da una sezione documentaria che spiega l’affinamento nel tempo della tecnica di lavorazione della gemma corallina. Nella loro minuziosa manifattura, al metallo dorato si accosta il rosso sanguigno del corallo mediterraneo. Calici, reliquari, acquasantiere, e scrigni, vassoi e trionfi realizzati dai maestri artigiani nelle botteghe trapanesi nei due secoli d’arte barocca. Manifatture concepite sulla base di un’eredita nata dal felice dialogo di culture diverse in terra di Sicilia nei secoli precedenti, in un clima che ha agevolato l’arricchimento attraverso lo scambio delle conoscenze tra mondo ebraico, arabo e cristiano. Tutto ciò si è prodotto sul crocevia del mediterraneo delle vie del corallo. “Mirabilia Corellii” è l’approdo affascinante del ciclo di mostre “Le vie del corallo” che dal 1996, a Torre del Greco, sono dedicate alla storia dell’arte del corallo nel mondo. Mario Cardone