A cura della Redazione
Domenica 12 febbraio 2012 alle ore 19,30 a Napoli nella chiesa di San Giovanni Battista in corso San Giovanni a Teduccio n. 594, si tiene un incontro di preghiera e di riflessione su “Giovanni Palatucci – Questore Santo”, per ricordare l’ultimo Questore di Fiume italiana, morto in Germania nel campo di sterminio di Dachau e con lui le tante vittime di quella orribile atrocità. A Giovanni Palatucci, medaglia d’oro al merito civile; venerato dalla Chiesa cattolica come Servo di Dio e nominato “Giusto tra le Nazioni” gli è stata dedicata in Israele, a Ramat Gan, quartiere di Tel Aviv, anche una strada fiancheggiata da 36 alberi, gli anni che aveva quando morì. L’iniziativa per ricordare il Questore Santo è organizzata dalla Questura di Napoli (Commissariato San Giovanni-Barra) con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Onlus “Amici dell’Arte” – Sezione Campania e dell’associazione culturale “Prometeo” di Torre del Greco. L’incontro si articola in un momento di preghiera con don Vincenzo Liardo, parroco della chiesa di San Giovanni Battista e nell’intervento dell’attore-regista Antonio Borriello. Il commento è affidato a Pietro De Rosa, dirigente del Commissariato di Polizia San Giovanni-Barra. La serata si conclude con il concerto di musica classica eseguito dall’Ensemble “Salerno Classica” diretta dal maestro-concertatore Luciano D’Elia, con la partecipazione del soprano Anna Pietrafesa e dall’organista Stefania Cucciniello. L’occasione è la ricorrenza dell’anniversario della morte dell’eroico Funzionario di Polizia Giovanni Palatucci di origine irpina, nato a Montella il 31 maggio 1909 che, in servizio presso la Questura di Fiume, prima come Dirigente dell’Ufficio Stranieri, poi Commissario e Questore reggente, dal 1939 al 1944, aiutò tanti perseguitati politici e tantissimi ebrei (oltre 5000 persone), diversamente destinati ai campi di sterminio, a sottrarsi alla cattura, donando la sua vita per il bene di tutti per una vera e propria “missione superiore”. Scoperto dai tedeschi fu arrestato con l’accusa di cospirazione con il nemico e condannato a morte. Con la commutazione della pena, fu deportato in Germania nel campo di sterminio di Dachau (matricola 117.826), dove il 10 febbraio 1945, poche settimane prima della liberazione, morì per gli stenti e le sevizie subite. FRANCESCO MANCA