A cura della Redazione

«Il Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Vesuvio ha deliberato in favore della costituzione di parte civile dell'Ente nel processo che si celebrerà contro il presunto incendiario accusato di aver appiccato il fuoco lo scorso luglio in una porzione dell'area protetta».

Lo ha annunciato Agostino Casillo, presidente dell'Ente Parco, a seguito della riunione nella quela è stato approvato il bilancio di previsione 2018, che contiene - fra gli altri - gli stanziamenti finanziari per le misure che rientrano nel Grande Progetto Vesuvio. 

A finire in manette un 24enne di Torre del Greco, che nel luglio scorso avrebbe appiccato - con un semplice accendino - l'incendio che distrusse 10mila mq di vegetazione alle pendici del vulcano, con le fiamme che lambirono finanche le case, e che portò all'evacuazione di gran parte dei residenti della zona alta della città. Il giovane fu arrestato dai militari dell'Arma in seguito a veloci indagini che si avvalsero dei filmati della videosorveglianza e di intercettazioni. «Auspichiamo una condanna esemplare, commisurata a quanto accaduto - aveva detto l'allora vicesindaco della città corallina, Romina Stilo -. Ritengo doveroso - aveva poi aggiunto -, qualora vengano appurate le responsabilità della persona arrestata, augurarle il massimo della pena per un’azione sconsiderata di cui tutti noi paghiamo da giorni e pagheremo per anni le conseguenze».

«È un gesto simbolico, che arriva proprio mentre in Italia non sembra arrestarsi la piaga degli incendi che, in Lombardia e Piemonte, sta bruciando migliaia di ettari di vegetazione - ha continuato Casillo -. Parte di questi rientrano nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Al presidente Italo Cerise, ai cittadini di quelle zone, alle istituzioni ed a tutte le persone coinvolte nelle attività di spegnimento va la nostra piena solidarietà e vicinanza».

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