A cura della Redazione
«Mamma, perchè mi hai abbandonata?» Tecla Organista, classe ’60, precisamente del 13 aprile. Il giorno 13 è una data che assume nella vita di Tecla un significato importante: il 13 dicembre dello stesso anno viene adottata da mamma Maria e papà Andrea che la portano via dall’Annunziata di Napoli, l’ospedale con la ruota, in cui venivano abbandonati i neonati. Era giunta lì all’età di otto mesi. Una vita serena l’aspetta con i “nuovi” genitori, che la tirano su come una principessa, pur in un clima all’insegna della sobrietà. Mamma Maria fa la sarta e con stoffe comprate nei mercatini le cuce abiti meravigliosi. Le lunghe giornate trascorse al mare fino all’imbrunire con il suo papà Andrea la rendono felice. A sedici anni scopre la verità grazie all’insistente maldicenza del vicinato che batte ancora una volta la lingua sul tamburo. Da quel momento la vita di Tecla cambia e, pur realizzando il sogno di una famiglia felice con un marito ed un figlio che sono “luce dei suoi occhi”, non smette più di chiedersi le ragioni di quell’abbandono. Chi conosce Tecla sa che la sua intima sofferenza non si è mai tramutata in rancore. Tutt’altro. Donna tenace e volitiva, opera senza clamore nel volontariato sociale a favore dei bambini e dei giovani della città di Torre Annunziata. Presidente dell’associazione dei genitori “Tom e Jerry” è promotrice di progetti sociali che cura con ardore, circondata sempre dall’affetto dei suoi familiari e dei tanti giovani e amiche che affollano la sua accogliente casa. Fondatrice della Prima ludoteca cittadina “Un sogno per amico” presso il III Circolo didattico, ha allestito otto edizioni del presepe vivente “Una stella nel buio”, coinvolgendo con la sua passione e semplicità numerosi ragazzi e ragazze attorno a valori di condivisione, rispetto e amicizia, in una Torre cosiddetta sud, scarsamente presente nell’agenda politica dei governanti. Ma, intanto, suo figlio Nino cresce e Tecla continua a chiedersi come sia possibile per una madre abbandonare la sua creatura dopo averla tenuta per otto mesi tra le proprie braccia. Riaffiorano i ricordi. Uno in particolare. All’età di due anni una donna ha bussato alla porta di casa sua, manifestando il desiderio di regalare una sacca colma di giocattoli, ma la sua mamma adottiva l’ha mandata via. Dalla vetrina del balconcino viene vista allontanarsi una giovane donna di circa venticinque anni, accompagnata da un autista in un’automobile scura. È quello che racconterà mamma Maria a Tecla a seguito delle sue pressanti domande. Oggi, Tecla ha trovato il coraggio di raccontare la sua storia, ospite della nota trasmissione pomeridiana di Rai 1 “Festa italiana”, commuovendo quanti l’hanno ascoltata in studio e a casa. Tecla ha bisogno di guardare negli occhi la madre che l’ha messa al mondo, per ascoltarla, per ascoltarsi perché … “volersi bene è ancora possibile”. Quando torna da Roma in compagnia del marito Rosario e del figlio Nino, sui gradini di casa di via Vittorio Veneto ad attenderla ci sono i “suoi” giovani, con gli amici di sempre, insieme ancora una volta per nuovi orizzonti in un “ giardino bruciato” che può e deve ancora fiorire. Perché Tecla a Roma è andata non per se stessa. Nei suoi occhi brillavano i sogni dei giovani di Torre Annunziata. MARINELLA CIMMINO