A cura della Redazione

Ettari ed ettari di vegetazione distrutti. Attività turistico-ricettive ed economiche, legate soprattutto alla produzione eno-gastronomica, in ginocchio. Sono gli effetti degli spaventosi incendi che stanno divamapano da alcuni giorni nel Parco Nazionale del Vesuvio, e che nella giornata di martedì 11 luglio hanno raggiunto la loro massima gravità. Le falde del vulcano sono in fiamme in diversi punti, da Boscotrecase e Trecase a Terzigno ed Ottaviano; da Torre del Greco a Ercolano, fino al Monte Somma. Una vera e propria catastrofe ambientale e naturale, con i fumi e le ceneri che si spargono a chilometri di distanza.

Chiuse le principali vie d'accesso al vulcano, da Torre del Greco, Ercolano, Trecase e Terzigno. Off-limits le strade tra la via Zabatta e il Monte Somma, interdette al transito veicolare per facilitare l'intervento delle squadre di soccorso da terra composte da uomini e mezzi di Protezione Civile e Vigili del Fuoco. In cielo, invece, sono operativi i Canadair. Attivati i centri operativi comunali per l'emergenza incendi ad Ercolano, Torre del Greco e San Giuseppe Vesuviano. Tutti gli interventi sono coordinati dalla Protezione Civile regionale. 

«Il caldo e la siccità hanno contribuito ad aggravare la situazione. La quasi totalità degli incendi sono di natura dolosa: siamo di fronte ad un fenomeno criminale che necessita di una forte azione di contrasto e repressione», ha commentato amaramente il presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, Agostino Casillo.

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