A cura della Redazione

C'è anche un alto ufficiale dell'Esercito in quiescenza, di Torre Annunziata (C. F., 70 anni) tra le persone arrestate nell'ambito di una inchiesta della Procura di Napoli su presunti concorsi truccati all'interno delle Forze Armate. Insieme a lui sono finiti ai domiciliari altri 13 soggetti; un altro è invece stato ristretto in carcere.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli hanno dato esecuzione questa mattina a 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal GIP. I destinatari dei provvedimenti sono principalmente appartenenti o ex appartenenti alle Forze Armate e alle Forze di Polizia. Stando alle indagini, avrebbero favorito il “buon esito” dei concorsi per i giovani candidati, a fronte di «una illecita elargizione di denaro ad opera degli aspiranti ovvero dei loro prossimi congiunti», si legge nella nota delle Fiamme Gialle. 

L'accusa per tutti è di associaizone a delinquere finalizzata alla commissione di delitti di corruzione, rivelazione del segreto d’ufficio e altri gravi reati commessi in relazione alle procedure afferenti il reclutamento di 2.013 Volontari in Ferma prefissata quadriennale (VFP4) per il 2016 nelle Forze Armate, articolato in due immissioni. 

Il sistema fraudolento sarebbe stato architettato da un ingegnere informatico e resaponsabile della IRP srl, società incaricata di predisporre i questionari di cultura generale per le prove selettive, e da un Capo di I Classe della Capitaneria di Porto.

L'ufficiale di Torre Annunziata, invece, avrebbe fatto parte - insieme ad altri indagati - di un gruppo di persone che avrebbero fatto oggetto di «compravendita», quindi dietro corrispettivo, i "sistemi" fondati su complessi algoritmi o i quiz da passare poi ai candidati, operando talvolta attraverso lo "schermo" di scuole di formazione dove si svolgevano corsi di preparazione alle prove.

Grazie al materiale così ottenuto, 43 candidati sono riusciti a superare il concorso venendo inseriti nelle graduatorie di merito: 39 sono utilmente collocati tra i vincitori del concorso (30 per l'Esercito, 5 per l'Aeronautica, 4 per la Marina Militare e la Capitaneria di Porto) e «verosmilmente incorporati». Gli inquirenti, tuttavia, reputano che questa sia solo una parte degli aspiranti riuscita a superare le prove scritte grazie al meccanismo fraudolento ideato.

Complessivamente, sono stati notificati 135 avvisi di conclusione indagini nei confronti dei concorrenti o dei loro familiari, alcuni dei quali, dopo essere entrati in contatto con gli indagati, hanno a loro volto diffuso il "sistema".

COME FUNZIONAVA IL MECCANISMO

Veniva diffuso a coloro che pagavano, un vero e proprio “algoritmo”, applicabile alla maggior parte dei quesiti somministrati e consistente in una combinazione di 4 componenti numeriche da sommare tra loro, il cui risultato totale serviva a individuare, tra le possibili risposte, quella esatta; c'era anche una dispensa o pandetta recante, per le materie non coperte dal citato “algoritmo”, un estratto della banca dati pubblica, compendiante un numero limitato di quesiti identici o comunque analoghi a quelli destinati a comporre i questionari da somministrare.

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