A cura della Redazione

Mascherine cinesi con il trucco sono state sequestrate dalla Guardia di finanza di Ancona e l’importatore è stato denunciato. A finire nei guai, un 43enne di Torre Annunziata, ma residente ad Umbertide, titolare dell’impresa di Falconara. L'uomo è stato denunciato per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. 

Secondo quanto ricostruito dalle fiamme gialle l'azienda avrebbe ordinato le mascherine dalla Cina indicando “che i Dpi fossero destinati a due ospedali campani e a un'associazione della protezione civile umbra”, ma in realtà le mascherine ordinate dagli enti erano in quantità inferiore. Le mascherine in eccesso sono state requisite e distribuite alla Protezione civile.

Sono state così sequestrate 70mila mascherine Ffp3 che avrebbero dovuto finire sul mercato nero a costi maggiorati, secondo la Finanza, invece che agli ospedali e a un’associazione che si occupa di attività di protezione civile di Umbertide, così come era indicato nei documenti di importazione.

Solo 20mila mascherine erano state ordinate: le chirurgiche, acquistate a circa 40-50 centesimi, sono state consegnate regolarmente, in donazione, a un’associazione della Protezione civile di Umbertide, le Ffp3 (comprate a 2 euro circa e rivendute a 6-8 euro al pezzo) agli ospedali di Napoli e Caserta. Le altre 70mila tra Ffp3 (21mila) e chirurgiche (49mila) erano da vendere sul mercato.

Gli investigatori ora vogliono far luce sui rapporti tra l’indagato e il padre, un 68enne titolare di un’altra società che si occupa dell’intermediazione tra la ditta del figlio e i destinatari degli ordini. Si sospetta, infatti, che grazie a questi passaggi tra le due società i prezzi delle mascherine lievitassero per essere immesse nel mercato nero a 3,50-4 euro al pezzo, per quanto riguarda le chirurgiche, e fino a 25-30 euro per le Ffp3.