A cura della Redazione

Nuova udienza del processo per il crollo della palazzina di Rampa Nunziante che provocò la morte, il 7 luglio del 2017, di 8 persone, tra cui due ragazzi.

Nell’aula bunker del carcere di Poggioreale, dove il processo è stato spostato, è emersa un’altra verità che ha completamente capovolto quella finora portata avanti dall’accusa.

Ieri mattina, infatti, il perito di parte a difesa dell’imputato Gerardo Velotto, il professore di ingegneria civile Luigi Petti, ha mostrato una serie di studi effettuati su rilievi satellitari da cui si evincerebbe che il suolo sottostante la palazzina crollata tre anni fa era instabile, con una serie di crepe che avrebbero minato la staticità dell’edificio.

Inoltre il prof. Petti ha aggiunto che in quell’immobile erano stati realizzati troppi lavori abusivi, sostenendo che anche il solaio del quarto piano non era stato costruito con lo stesso criterio degli altri piani.

La conclusione del perito è che il crollo della palazzina di Rampa Nunziante non sarebbe stata causata dal cedimento del maschio murario per i lavori al secondo piano, bensì da una serie di altri fattori concatenati tra di loro.

E’ stata poi la volta di altri due testimoni, Cataldo Persico e Francesco Di Gennaro, i quali la sera prima della tragedia si erano incontrati con l’architetto Giacomo Cuccurullo, funzionario dell’Ufficio tecnico comunale, tra le vittime del crollo. I due hanno dichiarato che durante la cena Cuccurullo non aveva mai mostrato alcuna preoccupazione per i lavori in fase di svolgimento al secondo piano. Versione in contrasto con quanto dichiarato da altri testimoni.

Infine è stato ascoltato il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale ing. Nunzio Ariano, al quale i difensori di Velotto, gli avvocati Giuseppe Della Monica e Camillo Tufano, hanno chiesto chiarimento in merito ai titoli abitativi dell’immobile, alle segnalazioni per lavori abusivi e all’ordinanza di abbattimento firmato dal dirigente dopo il crollo dell’immobile.

Il processo si avvia alle battute finali. Fissate le ultime tre udienze del 2020, poi ci sarà la sentenza, attesa per l’inizio del nuovo anno.