A cura della Redazione

Dopo le pesanti richieste di condanna avanzate la scorsa settimana dalla Pubblico Ministero Andreana Ambrosino al giudice monocratico Francesco Todisco, stamattina nell'aula Giancarlo Siani del tribunale di Torre Annunziata tocca alle discussioni dei difensori degli imputati. E si parte da chi è accusato dei reati di falso e di abuso edilizio.

Per Mario ed Emilio Cirillo ha discusso l'avvocato Ferdinando Striano, che ha chiesto l'assoluzione per entrambi. “La richiesta di inizio lavori depositata era corretta, eventualmente i miei assistiti sono stati indotti in errore dalla questione dell'illegittimità del fabbricato, qualora fosse dimostrata”.

Per Roberta Amodio, una delle eredi del fabbricato crollato la mattina del 7 luglio 2017 causando la morte di otto persone, tra cui due ragazzi, ha discusso l'avvocato Mattozzi. “La mia assistita è un medico, ma all'epoca delle varie perizie sull'immobile era bambina o studentessa di Medicina. Di certo si affidò a dei professionisti, ma non sapeva distinguere abitabilità ed agibilità”.

Lunga e complessa l'arringa difensiva dell'avvocato Gianmario Siani per i Bongiovanni, i vecchi proprietari dell'intero palazzo al civico 15 di via Rampa Nunziante. “L'immobile era stato costruito prima del 1967, quando esisteva altra normativa. Inoltre, secondo la testimonianza del notaio, era un immobile commerciabile. Non ci fu nessuna volontarietà nei falsi, al massimo una negligenza o una leggerezza”.

Infine, ha discusso l'avvocato Domenico Nicolas Balzano per Chiocchetti e la compagna. Duro è stato l'attacco alla consulenza firmata dall'architetto Coppola: “Il fabbricato è legittimo per le norme vigenti all'epoca, dunque la compravendita non è illecita. Lì era zona agricola e il centro urbano di Torre Annunziata fu perimetrato solo nel 1970. Qualora il giudice valutasse eventuali responsabilità dei Bongiovanni, i miei assistiti hanno diritto al risarcimento”.

Fitto il calendario di udienze stilato dal giudice Todisco: si parte il 17 marzo con le discussioni per gli imputati Cuomo e Lafranco, il 31 per Velotto e Cosenza, il 7 aprile si chiude con Manzo e Bonzani.