A cura della Redazione

Il coltello mai trovato e la parola che passa ai quattro imputati. Ieri si è tenuta l'ultima udienza riservata ai testimoni dell'accusa nell'ambito del processo per l'omicidio di Maurizio Cerrato (nella foto), il custode degli scavi di Pompei accoltellato a morte a Torre Annunziata il 19 aprile 2021 per un parcheggio.

Alla prossima udienza fissata il 3 febbraio, i quattro imputati potranno decidere se rispondere alle domande di avvocati, pm e giudici, e dunque chiarire la propria posizione in questa vicenda. A processo per l'omicidio avvenuto in via IV Novembre ci sono i fratelli Domenico e Giorgio Scaramella, insieme ad Antonio Cirillo (ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio) e suo padre Francesco, unico ai domiciliari.

Ieri, il pm Giuliana Moccia ha chiamato a testimoniare l'ultimo investigatore che si era occupato dell'ascolto di alcune conversazioni intercettate. Il maresciallo dei Carabinieri Nicola Selvo, in servizio al nucleo operativo della Compagnia di Torre Annunziata, ha ricostruito anche la vicenda dell'arma del delitto, il coltello da cucina utilizzato da Cirillo junior e fatto scomparire da Giorgio Scaramella. E ancora, come dalla famiglia Cirillo si sottolineasse che la "colpa" di quel brutale e inspiegabile omicidio fosse di più persone.

L'esame degli imputati a febbraio avvia il processo verso la conclusione, con la sentenza che potrebbe arrivare prima del secondo anniversario di quella tragica sera.