A cura della Redazione

Cinque dei venti indagati dell'inchiesta sul Reddito di Cittadinanza sono residenti a Torre Annunziata. Ci sono due detenuti, la moglie e la compagna di due di presunti capi e affiliati al «Quarto Sistema», nonché il figlio di un pusher condannato in via definitiva per spaccio di droga.

L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Giuliana Moccia), è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo oplontino. Gli investigatori sono partiti dagli indagati di diverse inchieste che riguardano i clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, De Luca Bossa-Minichini del rione Ponticelli a Napoli, Quarto Sistema di Torre Annunziata, Batti di San Giuseppe Vesuviano e Terzigno, Di Gioia-Papale di Torre del Greco ed Erolano, controllando le situazioni patrimoniali dei vari nuclei familiari.

Tra questi compare anche il nome della moglie del boss emergente Pasquale Cherillo che a Torre Annunziata avrebbe fondato il cosiddetto «Quarto Sistema», un nuovo clan di camorra per contrastare i Gionta.

È emerso che addirittura tre detenuti avrebbero percepito il sussidio mentre erano in carcere o ai domiciliari. Due di questi sono di Torre Annunziata e sono stati coinvolti nel blitz contro il clan del rione Penniniello: si tratta di Vincenzo Somma e Francesco Guida, accusati di aver omesso di comunicare all'Inps di essere stati arrestati. Una volta finito in manette Guida, la sua compagna  ha presentato domanda per il reddito, omettendo sempre questa circostanza.

Infine, nell'elenco degli indagati compare anche il nome di Carlo Mellone, figlio di Rocco, 69enne condannato in via definitiva per spaccio di droga e arrestato per scontare la sua pena proprio lo scorso anno.