A cura della Redazione

"Se ci aggredisci, chi ti cura?". Con questo slogan è stata celebrata dall'ASL NA 3 Sud, il 12 marzo scorso, la Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari, istituita con una legge del 2020.

Un tema che negli ultimi anni ha assunto grande rilevanza per il susseguirsi di episodi di violenza compiuti nei confronti di medici, infermieri e altro personale impegnato in ospedali e ambulatori.

L’Azienda Sanitaria ha voluto così evidenziare l'impegno dei camici bianchi e di tutti gli operatori sanitari in un territorio spesso caratterizzato da sopraffazione e tracotanza, a tal punto da trasformare i presidi ospedalieri in vere e proprie "trincee" di una guerra contro l'inciviltà e la prepotenza.

“La misura è ormai piena - ha affermato il direttore generale Giuseppe Russo -. È doveroso è necessario avere per tutti gli ospedali e i presìdi, con particolare riferimento ai Dea (Dipartimento di Emergenza Urgenza e Accettazione, in pratica i Pronto Soccorso, ndr) di primo livello di Castellammare di Stabia e Nola, un drappello di Polizia. Nel contempo - ha aggiunto Russo - occorre dedicare ai Pronto Soccorso personale giovane e addestrato ad affrontare queste situazioni. Il personale fa semplicemente il proprio lavoro e il proprio dovere, curare i pazienti. A loro va tutta la mia solidarietà e la mia riconoscenza per quello che fanno ogni giorno: dare le migliori risposte possibili ai bisogni di salute”.

Nell’ultimo quinquennio sono stati segnalati 44 episodi significativi che "rappresentano tuttavia solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dalle dimensioni sicuramente più ampie e dai pesanti risvolti sulla qualità delle cure e sulla sicurezza degli operatori", prosegue Russo. 

"Celebrare la giornata è fondamentale alla luce di tutti gli episodi di violenza verbale e fisica che gli operatori sanitari e sociosanitari hanno subito negli ultimi anni - ha concluso il dirigente sanitario -. Una violenza che spesso trova radice in un malessere generale e in una perdita di fiducia nel mondo sanitario. La pandemia da Covid-19 ha ulteriormente accentuato il fenomeno, stravolgendo l’approccio dei cittadini nei confronti delle strutture sanitarie".