A cura della Redazione

Ci sono anche Vincenzo e Marco Di Lauro, figli del boss Paolo (detto ciruzzo 'o milionario) tra le 16 persone destinatarie di una misura cautelare disposta dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea. Ben 14 di loro erano già detenute in carcere.

I provvedimenti, eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo partenopeo, sono relativi alla cosiddetta "seconda faida di Scampia", guerra tra i clan Di Lauro, da un alto, e Amato-Pagano e Vanella Grassi dall'altro (gli affiliati a quest'ultimo gruppo vennero soprannominati i "girati" in virtù del fatto che si schierarono con gli Amato-Pagano in contrapposizione ai Di Lauro, di cui inizialmente facevano parte), quest'ultimo composto dagli scissionisti che si erano appunto staccati dal gruppo criminale capeggiato da Paolo Di Lauro.

Una vera e propria mattanza che tra marzo 2007 e gli inizi del 2008 insanguinò le zone di Scampia e Secondigliano. Un'altra guerra che fece seguito a quella dal 2004 al 2005, la prima faida, che portò a circa 70 omicidi.

Gli inquirenti hanno individuato mandanti ed esecutori di ben 8 omicidi compiuti in quella drammatica stagione di sangue. Il primo, fu quello di Giuseppe Pica (clan Di Lauro) ucciso il 14 marzo 2007. L'ultimo, quello di Carmine Fusco, sempre affiliato al clan Di Lauro, ammazzato il 9 febbraio 2008.

Vincenzo Di Lauro, indicato nei libri contabili del clan come "F2", in quanto secondo figlio del boss, era libero dal 2015, dopo aver scontato la pena a cui era stato condannato. Era già stato infatti arrestato due volte. Dagli inquirenti viene considerato il reggente del sodalizio criminale. Marco, invece, era già detenuto al 41bis, fu catturato dopo 15 anni di latitanza. Il suo nome in codice era "F4", quarto figlio di Paolo Di Lauro.

Tra i destinatari del provvedimento cautelare, i boss Cesare e Carmine Pagano, e Raffaele Amato. In carcere anche Salvatore Frate, l'unico libero insieme a Vincenzo Di Lauro, esponente del clan dei Vanella Grassi.