A cura della Redazione

Ci sono voluti oltre 10 anni per essere prosciolto con formula piena dall’accusa di riciclaggio perché il fatto non costituisce reato.

La vicenda riguarda l’attuale consigliere comunale di Torre del Greco Michele Langella.

Eravamo alla vigilia delle elezioni regionali del 2010. Langella, allora 27enne, si candidò nella lista “Più Campania in Europa”. Grande fu la sua sorpresa quando notò il suo nome nell'elenco di politici italiani definiti “impresentabili” dalla Commissione antimafia del Parlamento..

I FATTI -   Langella all'epoca, infatti, fu coinvolto in una vicenda giudiziaria. L’inchiesta, partita nel 2013, quando Langella non era ancora consigliere comunale, vide il rinvio a giudizio di cinque imputati accusati a vario titolo di riciclaggio e ricettazione.

La vicenda giudiziaria coinvolse anche Langella. Tutto nacque da un accredito sulla sua postapay della somma di 3mila euro proveniente da una vincita online ottenuta da un suo amico, che gli aveva chiesto di accreditare la somma sul suo conto per la mancanza di uno strumento finanziario. “In buona fede acconsentii – è la tesi sostenuta da Langella – salvo poi vedermi successivamente coinvolto nelle vicenda giudiziaria”.

Il processo iniziò nel 2019 davanti ai giudici del Tribunale di Torre Annunziata con il capo di accusa nei suoi confronti di riciclaggio. Durante i quattro anni del dibattimento la difesa del politico, rappresentata dall’avvocato Giovanni Tortora di Torre Annunziata, ha respinto tutte le accuse in capo al suo assistito e dimostrato la sua assoluta estraneità ai fatti.

In questi giorni il verdetto del collegio del tribunale oplontino, presieduto dal giudice Riccardo Sena, che chiude una vicenda durata 10 anni e cancella il marchio di impresentabile affibbiato a Michele Langella: "assolto con formula piena, ex articolo 530 comma 1, perché il fatto non costituisce reato".

“Oggi per me termina uno dei periodi più brutti e dolorosi della mia vita – commenta Langella, da poco rieletto consigliere comunale a Torre del Greco come candidato più votato -. Un periodo durato quasi 11 anni in cui sono stato bollato dalla Commissione parlamentare antimafia come “impresentabile”. Trovo assurdo che alcuni partiti tentino di strumentalizzare un codice di autoregolamentazione interna per fini politici, giocando a fare i giudici ed emettendo sentenze al buio, anni prima degli stessi tribunali (l'allusione è al M5s, ndr).

Bisognerebbe semplicemente attenersi al nostro impianto normativo e giuridico fermamente garantista, per non rischiare di esporsi, dopo diversi anni, a brutte figure esponendo innocenti alla gogna mediatica.

Chi ieri ha infangato, oggi dovrebbe chiedere scusa!  Ma le scuse possono pervenire solo da chi ha umiltà di cuore e onestà intellettuale, e loro non ne hanno.

A testa alta e dura sono andato avanti imperterrito, senza mai nutrire dubbi, forte della mia condotta, sull’azione della Magistratura. Ringrazio il mio amicò avvocato Giovanni Tortora per avermi difeso con impegno e dedizione in questo lungo percorso, e quanti in questi anni hanno continuato, con il loro sostegno, a credere in me e nella mia azione politica”.