A cura della Redazione

Maxi blitz dei carabinieri contro il clan Cesarano di Castellammare di Stabia. Le misure cuatelari - emesse dal Gip del Tribunale di Napoli - sono state eseguite dai militari dell'Arma tra la città stabiese, Pompei, e nelle province di Brescia e Pisa. Sono 18 le persone indagate, a vario titolo, per associazione armata di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto illegale di arma clandestina aggravato dal metodo mafioso, rapina aggravata dal metodo mafioso, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.

In carcere finiscono 14 persone, un'altra va ai domiciliari, per 5 disposto il divieto di dimora in provincia di Napoli. Tra queste ultime, 2 sono state però raggiunte anche dalla custodia in carcere.

Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno avuto origine nel giugno del 2020, all’indomani della chiusura di una prima tranche di investigazioni che aveva consentito di raccogliere gravi indizi di reità a carico di 16 indagati, accusati a vario titolo di aver dato vita ad un gruppo criminale, originariamente incardinato nel clan Cesarano che, sfruttando la momentanea assenza di una vera e propria leadership all’interno del sodalizio, si sarebbe organizzato allo scopo di assoggettare al suo controllo parte del territorio della città di Castellammare di Stabia, ponendo in essere una serie di estorsioni in danno di commercianti ed attività imprenditoriali della zona e, parallelamente, avviando una florida attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

A seguito di quella operazione, i militari eseguirono diversi arresti nell’ottobre del 2021 che hanno poi portato alla condanna di alcuni imputati che nel frattempo avevano definito la propria posizione con il rito abbreviato.

Il prosieguo delle attività investigative è stato invece indirizzato agli aspetti associativi ed ha permesso di raccogliere gravi indizi circa l’attuale operatività del clan Cesarano, ritenuta dagli inquirenti una "associazione armata di tipo mafioso avente per scopo la commissione dei delitti di estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di armi, finalizzata all’acquisizione del controllo delle attività illecite e lecite di Castellammare di Stabia, di Pompei e delle zone limitrofe", si legge in una nota dell'Arma.

Al vertice dell'organizzazione criminale si collocherebbero le figure di Vincenzo Cesarano (61 anni), detto “O Mussone”, Luigi Belviso (45 anni a settembre) e Giovanni Cafiero (44 anni). Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero posto in essere condotte di carattere organizzativo e direttivo, con poteri di supremazia ed indirizzo sugli affiliati. In particolare, Vincenzo Cesarano, cugino degli storici vertici del clan omonimo, Ferdinando e Gaetano, entrambi detenuti in regime di 41 bis, avrebbe gestito la cassa del clan, impartendo le direttive strategiche, mentre Cafiero, genero di Gaetano Cesarano, oltre a partecipare alle riunioni nelle quali venivano decise le strategie del sodalizio e la questione del sostentamento degli affiliati detenuti, si sarebbe occupato del recupero dei crediti maturati da vari imprenditori.

Belviso, invece, oltre a promuovere specifici reati fine e ad intrattenere rapporti con esponenti di altri sodalizi dell’area napoletana, nel 2021 avrebbe tentato invano di separarsi da Vincenzo Cesarano e di assumere la guida del clan, in forza dell’avallo dei boss fondatori, acquisito per il tramite di Cafiero.

Nel corso delle indagini sono stati poi acquisiti gravi indizi di reità in ordine alla commissione di numerose estorsioni nell’area stabiese, perpetrate ai danni di attività imprenditoriali, ricettive, commerciali e negozi. Nella morsa del clan sarebbe finito anche un familiare di Raffaele Imperiale (oggi collaboratore di giustizia), titolare di un’impresa edile, che, di fronte alla richiesta di 50.000 euro da parte di un affiliato del clan, avrebbe invocato l’intervento del noto narcotrafficante, all’epoca latitante: quest’ultimo, per il tramite di vari emissari riconducibili ad alcuni sodalizi criminali campani, avrebbe contattato Vincenzo Cesarano che avrebbe preso le distanze dal suo affiliato.

Sarebbe inoltre emerso il tentativo degli indagati di ripulire i proventi delle attività illecite mediante il loro reinvestimento in beni mobili e in settori imprenditoriali di natura lecita, come quello del noleggio auto, quello nautico e quello edile-immobiliare.

Nel corso dell’attività sono poi emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di Luigi Belviso quale autore di una rapina a mano armata avvenuta a Pompei e di un altro indagato quale mandante di un tentato omicidio, per il quale era stato ipotizzato un movente passionale ed erano stati già arrestati e condannati in primo grado i due esecutori materiali. Secondo la ricostruzione investigativa, Guglielmo De Iulio (40 anni, anch'egli arrestato nel blitz di stamattina) sarebbe il mandante del tentato omicidio di un imprenditore stabiese ed avrebbe commissionato il delitto a seguito di una diatriba sorta in occasione della compravendita di un terreno ubicato nella periferia nord di Castellammare di Stabia.

Infine, la droga. Nel corso delle investigazioni sono state poi documentate alcune cessioni di sostanze stupefacenti e sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di quattro indagati che avrebbero utilizzato e comunicato con cellulari e sim indebitamente introdotti all’interno del carcere di Napoli Secondigliano

PERSONE RISTRETTE IN CARCERE

1. Cesarano Vincenzo, nato a Pompei (Na) il 14.06.1961;

2. Cafiero Giovanni, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 29.03.1979;

3. Belviso Luigi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 01.09.1978;

4. Belviso Raffaele, nato a Vico Equense (Na) il 25.03.1980;

5. Corbelli Francesco, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 27.09.1988;

6. Langellotto Bartolomeo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 22.02.1967;

7. Langellotto Carlo Alberto, nato a Vico Equense (Na) il 14.05.1999;

8. Bambace Andrea, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 22.09.1988;

9. Aprea Domenico, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 03.03.1974;

10. Di Martino Michele, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 03.10.1965;

11. Gambardella Gennaro, nato a Vico Equense (NA) il 04.12.1985;

12. Di Martino Gerardo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 20.06.1989;

13. De Iulio Guglielmo, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 02.04.1983;

14. Corbelli Francesco, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 02.04.1960.

PERSONE SOTTOPOSTE AL REGIME DEGLI ARRESTI DOMICILIARI

1. Assante Francesco d’Assisi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 06.05.1983;

PERSONE SOTTOPOSTE AL DIVIETO DI DIMORA NELLA PROVINCIA DI NAPOLI

1. Belviso Luigi, nato a Castellammare di Stabia (Na) il 01.09.1978 (anche custodia in carcere);

2. Belviso Raffaele, nato a Vico Equense (Na) il 25.03.1980 (anche custodia in carcere);

3. D’Apice Vincenzo, nato a Castellammare di Stabia il 03.09.1963;

4. D’Apice Domenico, nato a Castellammare di Stabia il 06.05.1992