A cura della Redazione

Gambizzato dopo una lite per un telefonino perso. Sarebbe questo il movente dietro il ferimento, a colpi di pistola, di Luigi Mancini, 42enne rimasto vittima di un agguato di camorra tra via Magnolia e via Fontana, a Torre Annunziata, lo scorso 12 novembre.

Da ieri mattina sono in carcere cinque rampolli del clan Gallo-Cavalieri. Si tratta di Luigi Guida, 26 anni, Francesco Langella, 27, Antonio Veropalumbo, 20, Alessio Amarante, 26, e Francesco Cherillo, 20, tutti accusati in concorso di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso e porto abusivo di arma da fuoco.

Accanto a Guida (figlio di Nicola 'o spagnuolo) e Cherillo (figlio di Natale), spicca il nome di Langella, un passato da cantante neomelodico, il quale avrebbe avuto una lite con Mancini proprio il giorno prima dell'agguato.

A ricostruire l'accaduto sono stati gli agenti del Commissariato di Polizia di Torre Annunziata, che hanno condotto le indagini, coordinati dalla pm Valentina Sincero della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. Il movente dell'agguato è stato ricostruito dalla vittima durante il suo ricovero in ospedale. Pur avendo sempre negato di conoscere i suoi aggressori, Mancini - intercettato - avrebbe raccontato l'accaduto ad alcuni familiari, indicando proprio in Langella 'o cantante l'autore del raid. I presunti complici, poi, sono stati identificati grazie alle telecamere presenti all'interno del bar "L'angolo del caffè", luogo in cui era stato dato appuntamento alla vittima.

Ora i cinque indagati, colpiti da un decreto di fermo, potranno difendersi dalle pesanti accuse nel corso dell'interrogatorio di convalida.