A cura della Redazione
Il 21 ottobre scorso la nostra città ha accolto il cardinale Crescenzio Sepe. Una visita pastorale coincisa con la Festa della Madonna della Neve. Le strade, già agghindate a festa, sono state ancor più rallegrate dalle coperte nuziali esposte ai balconi secondo l’antichissimo uso, mentre i bambini hanno dato il benvenuto al cardinale con canti e manifestazioni di giubilo. Dopo la benedizione ai fedeli sul sagrato del Santuario dello Spirito Santo, la manifestazione religiosa è iniziata con la “Lectio Divina”, momento di condivisione della fede attraverso momenti di preghiera e riflessione, ed è poi proseguita con la Messa, l’adorazione eucaristica ed il sacramento della Riconciliazione. La comunità parrocchiale del Carmine si era preparata a vivere con grande intensità spirituale la visita dell’Arcivescovo di Napoli. Per l’occasione è stata completamente restaurata l’area absidale, con il nuovo altare, l’ambone e le balaustre. Interventi che hanno restituito la chiesa alla bellezza delle origini. Sepe ha consacrato ed inaugurato, con una solenne cerimonia, le nuove opere. La nuova area absidale è stata visitata da tantissime persone che hanno ammirato ed apprezzato questo ritorno alla antica disposizione. L’altare dorato, col luccichio degli ornamenti, abbagliava la vista, in alto l’immagine della Vergine era illuminata da due candelabri. Sembravano vive quelle fiammelle che ravvivavano ancor di più la gran luce che entrava dalla grande porta d’ingresso. Ogni cosa offerta a Dio diviene santa e sacra, l’anello nuziale, la tovaglia della mensa eucaristica, i fiori offerti a Colei che il cristiano invoca ogni giorno col nome di “Rosa Mistica”. L’abbellimento della Chiesa, realizzato negli anni con restauri e migliorie, è espressione del vivissimo attaccamento alla casa di Dio dell’intera cittadinanza, il popolo la sente come appartenere alla propria vita. Il tempio, grazie all’impegno di Don Pasquale Paduano, è ritornato a parlare con i suoi colori, con i suoi simboli, con le sue immagini della gloria di Maria e di Cristo. E’ un capolavoro di arte. Durante la funzione, attorno a noi non si sentiva né un sussurro né il più sommesso vociare, le persone erano attente ed interessate come alunni diligenti. Uomini, bianchi di capelli, non muovevano ciglio, stavano colle braccia conserte, gli occhi fissi sul cardinale che parlava. La messa ha coinvolto tutta la comunità parrocchiale, un gruppo di giovani ha cantato gli inni sacri in una atmosfera raccolta e pia. Nell’omelia il cardinale ha detto di guardare ai bambini. Il loro volto è il volto di Gesù, è la purezza e la povertà di spirito dei bambini che ogni buon cristiano deve prendere a modello e fare propria. Sepe ha citato, inoltre, il passo del Vangelo di Marco che parla dei due figli di Zebedeo che volevano sedere uno alla destra e uno alla sinistra del Messia glorificato, mostrando che per il buon cristiano il desiderio di preminenza e di onori non è giusta condotta di vita. Gesù bandì assolutamente i titoli di preminenza . Il più grande doveva essere il servitore degli altri: “Il figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. L’alto prelato ha poi ricordato il comandamento più grande, quello che consegue dal precedente passo evangelico: amarci tutti come fratelli. Alla cerimonia hanno assistito le principali autorità religiose e civili della città. Questo giorno di comune letizia non si cancellerà facilmente dal ricordo dei torresi per il fervore e la fede che li ha accomunati. Mi piace pensare che non è stata solo una festa religiosa, bensì un dolcissimo momento nel quale la presenza di Dio si avvertiva intensamente. Alla fine della cerimonia religiosa, il cardinale Sepe ha visitato anche la mensa dei poveri “Don Pietro Ottena” dell’Immacolata Concezione, esprimendo la sua soddisfazione per l’importanza e l’ottimo funzionamento di questa straordinaria opera di carità. ANNA ARRICO´ (Dal settimanale TorreSette del 26 ottobre 2012)