A cura di Anna Casale

“ScopriAmo Napoli e dintorni”: una passeggiata alla scoperta delle bellezze della cittadina oplontina all’ombra del Gigante Buono.

Svoltasi ieri mattina a partire dalla magnificenza del sito archeologico oplontino “Villa Poppea” alle sale del “Museo dell’Identità” all’interno di Palazzo Criscuolo.

Non un classico itinerario ma una vera e propria rappresentazione teatrale, in luoghi che trasudano storia e tradizione popolare.

Attraverso canti e racconti di un tempo lontano al profumo di alloro e mirto vesuviano, hanno danzato sulle stesse note mondo antico e moderno.

Rievocazioni storiche e teatrali da Poppea Sabina a “La Mortella”, fiaba letteraria di Giambattista Basile contenuta ne Lo Cunto de li cunti, raccontata con profonda intensità dall’attrice e regista teatrale Pina Di Gennaro, musicata da Massimo Ferrante, musicista, cantante e interprete della canzone popolare cantante, al cospetto di un pubblico avvinto, tra cui i ragazzi di “LESS”, associazione Onlus di Napoli che agisce contro l’esclusione e la marginalità sociale, promuovendo la cittadinanza attiva e il pieno riconoscimento delle identità migranti.

Le parole di Stefania Persico, responsabile dell’organizzazione della visita ed evento, sono più che mai un segno tangibile che il fare arriva a meta: “Abbiamo trovato un bellissimo clima. Torre Annunziata è una cittadina molto bella. Nei siti più piccoli si riesce a restituire e far arrivare in maniera più immediata l'anima dei luoghi. I ragazzi del centro LESS sono stati felici della mattinata trascorsa insieme.”  

Anna Vitiello, vicesindaco e assessore alla cultura: “I ragazzi del centro LESS sono stati colpiti dalle bellezze dei nostri luoghi e dall’accoglienza. Quello di oggi – continua- è stato un momento di intensa emozione, un momento magico. E’ una grande soddisfazione che le nostre bellezze vengano apprezzate e scoperte da tutti. Questo è un ulteriore modo per diffondere cultura, e noi siamo pronti ad accogliere e promuovere nuove esperienze di bellezza.”

L’evento è la dimostrazione che anche dal punto di vista sociale non vi è bisogno di sforzi immani. Basta un luogo, delle persone, unire con semplicità cultura e sociale ed il gioco è fatto. Il risultato: una comunità più accogliente ed inclusiva.