Grande successo per le Giornate Europee del Patrimonio 2025 nell’area archeologica di Oplontis. Sabato 27 settembre, nell’ambito del progetto “Grande Pompei”, centinaia di visitatori – tra turisti italiani e stranieri, cittadini campani e appassionati di archeologia – hanno partecipato con entusiasmo alle passeggiate serali guidate all’interno della Villa di Poppea.
L’iniziativa è stata organizzata dall’Archeoclub di Torre Annunziata, che ha curato gli itinerari e le visite culturali. All’ingresso del sito, l’accoglienza dei partecipanti è stata gestita dall’associazione Rete di Ospitalità Diffusa per un Turismo di Qualità (AreV-OD).
Nel corso della serata sono state effettuate sette visite guidate, alle quali si sono aggiunti altri gruppi organizzati e numerosi ingressi individuali. Tra le proposte più apprezzate, anche una visita in lingua inglese, pensata per i turisti stranieri presenti nell’area vesuviana in questo periodo.
Fondamentale il supporto del Parco Archeologico di Pompei e, in particolare, della funzionaria Valeria Amoretti, ringraziata per la sua disponibilità.
Il dato finale registra circa 350 ingressi complessivi, tra biglietti acquistati in loco e prenotazioni online: un risultato significativo, che conferma il crescente interesse per il sito patrimonio UNESCO.
Il nodo dei parcheggi
Unica nota dolente della serata: la scarsità di parcheggi nelle aree limitrofe. Diverse persone, impossibilitate a trovare posti auto, hanno rinunciato alla visita dirigendosi verso altri siti archeologici della zona. Un problema segnalato da visitatori e operatori, che mette in luce la necessità di interventi infrastrutturali a supporto del turismo culturale.
Le visite hanno visto protagonisti volontari e guide dell’Archeoclub, tra cui le docenti Mirella Azzurro e Bruna Scafa, affiancate dalle giovani guide Maria Neve, Laura e Manicino. Presente anche il gruppo di volontari dell’associazione AreV-OD.
Una serata che ha unito cultura, partecipazione e valorizzazione del territorio, confermando Oplontis come una delle realtà più vive del patrimonio archeologico campano.
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