A cura della Redazione
E’ trascorso ormai un anno dall’insediamento della giunta Starita, nel luglio del 2007, e una riflessione su questa prima parte del percorso del sindaco è necessaria. Innanzitutto, in questo breve periodo ci sono state continue fibrillazioni nella squadra di governo del primo cittadino, con le dimissioni di ben tre assessori. Poi, all’interno del gruppo consiliare del Partito Democratico, principale formazione politica del centrosinistra e pilastro dell’amministrazione, sono andati via tre consiglieri e altri quattro sono costantemente “sul piede di guerra”, arrivando persino ad autosospendersi. Infine, il terremoto è scoppiato nell’ambito dello stesso PD che, presentatosi al congresso cittadino con sette liste (e quindi con un quadro politico estremamente frammentato e diviso), ha visto i suoi iscritti-elettori votare in un clima di confusione (troppa ressa ai seggi e mancanza di schede prima della chiusura degli stessi) e di proteste (due liste, infatti, hanno presentato ricorso per chiedere di invalidare le votazioni, una terza ha operato dei distinguo e lo stesso coordinatore cittadino, Vincenzo Ascione, ha evidenziato errori e incapacità nel gestire la situazione). Insomma, la sindacatura di Giosuè Starita non è nata sotto una buona stella. Ma non è certamente una novità, perché anche quella del suo predecessore, Luigi Monaco, si è presentata molto travagliata sin dall’inizio e si è conclusa con una vera e propria eutanasia (la fine anticipata della consiliatura dopo meno di due anni). E per capire i motivi di questo malessere bisogna necessariamente risalire a tre anni fa, al termine del secondo mandato del primo cittadino Francesco Maria Cucolo. Allora, il suo erede naturale, in considerazione del fatto che doveva essere scelto all’interno dei Democratici di Sinistra, primo partito cittadino, era Pierpaolo Telese, visto che le preferenze del partito e del segretario cittadino Raffaele Di Sarno si erano orientate su di lui e non sull’altro “cavallo di razza” dei DS (e attuale coordinatore del Pd), Vincenzo Ascione. Ebbene, all’ultimo momento, dopo che la candidatura Telese era stata logorata per mesi in un’estenuante battaglia di nervi e in scontri fratricidi all’interno della Quercia, e dopo che in una notte era stata “bruciata” quella del socialista Francesco Saverio Porcelli, spuntò dal cilindro del prestigiatore Luigi Monaco, che non aveva mai fatto parte della squadra di Cucolo durante il suo decennio di governo della città, e che non aveva nemmeno vissuto in prima persona la politica cittadina. Nonostante ciò, la scelta di Monaco fu avallata da quasi tutto il centrosinistra. Monaco vinse le elezioni, fu eletto primo cittadino ed ha governato per oltre un anno e mezzo, fino a quando la sua coalizione non si è sfaldata e la maggioranza lo ha “mandato a casa”. Anche se Monaco non si è rassegnato, ha fatto una scelta sbagliata come uomo di sinistra (quella di guidare una coalizione di centrodestra contro Starita), ha perso e poi ha deciso di continuare la sua battaglia all’interno dello stesso partito, il Pd, del suo avversario. Monaco ora fa parte (paradossalmente con Telese e Porcelli, ai quali aveva “soffiato” la candidatura a sindaco tre anni fa), insieme ad altri esponenti del Partito Democratico, del gruppo de “I Riformisti”. Un’area al cui interno ci sono diverse intelligenze che potrebbero tornare utili alla città ma che, per colpa loro o di chi li osteggia, si sono rinchiuse a riccio. Certamente, ci sono notevoli diversità politiche e programmatiche tra i componenti di quell’area del partito di Veltroni e coloro che sostengono “a spada tratta” Starita, ma è anche vero che persistono diffidenze, rancori e desideri di rivalsa, dall’una e dall’altra parte, che non fanno onore alla tradizione del Pds-Ds dalla quale molti provengono. Infatti, il decennio di Cucolo ha visto tanti essere critici nei confronti di quel sindaco, e pur tuttavia stringersi intorno a lui nei momenti di grande difficoltà. Il “nostro” sindaco, ora, è Giosuè Starita, un lavoratore instancabile, una persona che si è ben distinta come ex presidente della Multiservizi Oplonti ed ex assessore della stessa giunta Monaco, un uomo che rappresenta il centrosinistra torrese ed in quanto tale va rispettato. Certo, come tutti, non è infallibile, ha potuto commettere anche lui degli errori, ma della cui serietà e determinazione nel voler far rinascere Torre nessuno può dubitare. Ecco perché va aiutato, se necessario anche con una critica costruttiva, e sostenuto in questo progetto che tutti, o quasi, hanno condiviso un anno fa. Si mettano, però, da parte pregiudizi e risentimenti, e ci si confronti “serenamente e pacatamente”, come direbbe Maurizio Crozza, tutti insieme con Starita, suoi sostenitori e suoi avversari interni, sulle questioni politiche, programmatiche e persino sugli organigrammi. E si rimedi anche ad errori come ad esempio l’iscrizione al Pd, che non può avere come scenario immagini di film come “Alla conquista del West”, nel quale tutti corrono all’impazzata per metter la propria bandierina sulla terra da rivendicare, lasciando alle loro spalle morti e feriti. Si stabiliscano regole precise e rigide anche per il Partito Democratico, perché è inimmaginabile che quella che dovrebbe essere la locomotiva del centrosinistra e dell’amministrazione deragli dai suoi binari per la troppa velocità. E soprattutto, “Salvate il soldato... Starita” (parafrasando il celebre film “Salvate il soldato Ryan”), sostenendolo e mettendo in campo al suo servizio e a quello della città di Torre tutte le energie, capacità e competenze possibili. Perché se dovesse “cadere” anche lui, la città precipiterebbe nel caos e in un baratro dal quale nessuno potrebbe più risollevarla. E noi continueremmo a maledire il nostro destino di “torresi sfortunati” e a rimpiangere i tempi d’oro durante i quali eravamo invidiati per l’arte bianca, per il nostro mare limpido, per la civiltà di un popolo che sembra ormai scomparso. SALVATORE CARDONE