Mentre a Roma l’Assemblea nazionale del Partito Democratico sanciva una ritrovata unità in vista delle prossime elezioni politiche, grazie a un atteggiamento di responsabilità condiviso tra la maggioranza congressuale che sostiene la segretaria Elly Schlein e l’area vicina al presidente del partito Stefano Bonaccini, a Torre Annunziata il clima appare decisamente più teso.
Tredici componenti del Comitato Direttivo del circolo cittadino hanno infatti comunicato, con una nota indirizzata al segretario regionale e a quello metropolitano, la propria decisione di autosospendersi dall’organismo di cui fanno parte. Una scelta che ha suscitato la reazione del segretario del circolo, Ciro Passeggia, pur non essendo stato destinatario diretto del documento.
«Il documento non è stato indirizzato a me - sottolinea - ma l’obbligo della correttezza appartiene a quanti praticano quel valore». Pur riconoscendo che ogni scelta, in democrazia, sia legittima, il segretario contesta la ricostruzione dei fatti contenuta nella nota: «La narrazione prospettata e le motivazioni addotte, a mio giudizio, non sono veritiere», afferma, senza però negare di aver potuto commettere limiti ed errori nel proprio operato.
Non manca il rispetto per le posizioni critiche: «Ho il massimo rispetto per l’opinione dei firmatari che sin dal congresso hanno osteggiato l’azione politica del circolo e della maggioranza», così come per coloro che, dopo aver sostenuto la sua candidatura, hanno successivamente cambiato idea, verso i quali dichiara «una caritatevole comprensione umana».
Nel commentare la vicenda, il segretario ricorre anche a un riferimento letterario, richiamando alcuni passaggi de Il giorno della civetta per interpretare il ruolo degli ispiratori dell’iniziativa. Tuttavia, chiarisce di non voler alimentare ulteriori polemiche: «Non replicherò perché non intendo alimentare rissosità; attendo, invece, fiducioso le determinazioni degli organismi ai quali mi sono rimesso, qualsiasi esse siano».
Ribadita, infine, la piena disponibilità al Partito Democratico, considerato «un luogo fondamentale di confronto e di partecipazione democratica». E una precisazione netta sul proprio percorso politico: «Per me il Pd non sarà mai una sosta temporanea all’interno di tour infiniti nei territori della convenienza, né una porta girevole nella quale si confonde o si sovrappone la cultura della destra con quella, che sento profondamente mia, di centrosinistra».
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