A cura della Redazione
Assessori arrestati a Napoli. Coinvolti anche Bocchino e Lusetti NAPOLI - La bufera giudiziaria annunciata per giorni e giorni da indiscrezioni e boatos è arrivata. Tredici ordinanze di custodia cautelare scuotono il Comune di Napoli: per presunte irregolarità nella delibera del Global service finisce in carcere un big dell´imprenditoria, Alfredo Romeo, che secondo i pm avrebbe fatto in modo di ottenere un appalto "cucito" su misura. Ai domiciliari due assessori della giunta Iervolino, Ferdinando Di Mezza e Felice Laudadio (nella foto), e due ex componenti della squadra del sindaco: Enrico Cardillo, che solo pochi giorni fa aveva annunciato l´addio alla politica, e Giuseppe Gambale, già sottosegretario all´istruzione e componente della commissione antimafia. Tra i destinatari delle misure cautelari anche l´ex provveditore alle opere pubbliche della Campania Mario Mautone, e il colonnello della Guardia di finanza già in forza alla Dia Vincenzo Mazzucco, accusato di aver fatto da "talpa" a beneficio degli indagati. Nell´inchiesta spuntano poi i nomi di due parlamentari, Italo Bocchino (Pdl) e Renzo Lusetti (Pd): avrebbero favorito Romeo, e per loro è stata chiesta al Parlamento l´autorizzazione all´uso di intercettazioni che li coinvolgono. Il sindaco Iervolino sospende i due assessori arrestati, non parla di dimissioni (dopo aver più volte ripetuto in questi giorni di avere "le mani pulite al 500 per cento") e annuncia però l´apertura di un confronto su quanto accaduto, sia in Giunta che con i partiti della coalizione. La delibera sul Global service era un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito. Si intendeva affidare a un unico gestore, come avvenuto in altre città, l´appalto per una serie consistente di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non è mai stato bandito, a causa della mancanza di copertura finanziaria. Secondo l´inchiesta del procuratore aggiunto Franco Roberti e dei sostituti Enzo D´Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli, Romeo avrebbe organizzato un vero e proprio comitato composto da tecnici, professionisti, assessori e pubblici funzionari i quali ruotando intorno alla sua figura "a fronte delle prebende che egli è in condizioni di distribuire (in termini di posti di lavoro, in incarichi e consulenze ed in termini di denaro sonante) piegano la loro funzione ed i loro doveri in favore del primo assicurandogli l´aggiudicazione di appalti di opere e di servizi pubblici", sostengono i pm. In base agli elementi raccolti dalla Procura di Napoli ciò avveniva attraverso una vera e propria ´blindatura´ dei bandi di gara, redatti "su misura" a beneficio di Romeo. I magistrati hanno disposto il sequestro di tutte le società ed i conti correnti riferibili direttamente o indirettamente all´imprenditore - compreso l´albergo recentemente inaugurato in città - per un valore di centinaia di milioni di euro. Fonte: ANSA.IT