A cura della Redazione

Si è conclusa lunedì 5 giugno la raccolta, iniziata il 25 maggio scorso, delle sottoscrizioni al Codice Etico per le candidate e i candidati al Consiglio comunale e alla carica di sindaco della città oplontina. Il documento era stato presentato dall'Osservatorio per la Legalità presieduto da Carmela Sermino.

In totale hanno firmato 26 persone su 580 candidati (577 aspiranti consiglieri e tre candidati sindaci). L'Osservatorio ha reso noti i nominativi dei candidati firmatari: 13 sono del Partito Democratico (Salvatore Avvisato, Giovannina Cirillo, Giuliano Di Sarno, Andrea Fienga, Attilio Gagliardi, Jessica Lucibelli, Isabella Manzo, Massimo Papa, Enza Perna, Germaine Popolo, Giuseppe Raiola, Dario Ricciardi, Luca Zampella); 5 della lista I Civici Innovatori - Alternativa Popolare (Imma Alfano, Rosa Esposito, Rocco Manzo, Anna Pinto, Domenico Salvatore); 7 della lista civica Generazione 2.0 (Luigi Cirillo, Bernardo Damiani, Rosaria Gallo, Daniele Giuseppe Mastellone, Martina Nastri, Vincenza Solimene, Floriana Vaccaro). Uno solo il candidato sindaco che ha sottoscritto il documento: si tratta di Vincenzo Ascione, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra.

L'intera coalizione che fa capo al candidato sindaco Pier Paolo Telese (appoggiato da sei liste civiche) ha aderito invece al Codice Etico “Sai Chi Voti...” di “Riparte il Futuro”, comunità digitale apartitica contro la corruzione. «Una iniziativa che abbiamo accolto con piacere - ha spiegato la presidentessa dell'Osservatorio - come quella dei sacerdoti torresi che per la prima volta hanno diffuso un manifesto, invitando elettrici ed elettori a votare con responsabilità e consapevolezza».

Il Codice Etico conteneva una serie di prescrizioni sulla "trasparenza" ed "impegni" ai quali i sottoscrittori, firmando, decidevano di attenersi e di rispettare in caso di elezione. La firma non era obbligatoria ma stava a ciascun candidato decidere se aderire o meno.

«È evidente che hanno sottoscritto pochissimi candidati, meno del 5% - spiega Carmela Sermino -. I motivi possono essere vari: la assoluta novità dell’iniziativa, la non sufficiente diffusione, la mancata condivisione dell’impostazione del Codice, la sua complessità, i severi e rigorosi impegni da assumere, la vigilanza dell’Osservatorio e la pubblicazione di eventuali violazioni, l’impossibilità per alcuni candidati di sottoscrivere per precedenti comportamenti incompatibili con il contenuto del Codice. Potrebbe anche darsi che L’Osservatorio, e Libera che ha proposto il Codice, non godano di credibilità per alcuni candidati. L’umiltà è il fondamento del nostro agire, che continuerà, perché a volte la sconfitta, nel corso del tempo, diventa vittoria. E obiettivi, in un primo momento apparentemente falliti, diventano realtà senza che ce ne accorgiamo, per il solo fatto di aver perseverato».

«Per il momento la nostra gratitudine va a chi ha sottoscritto il Codice, confermando che non c’è alcun intento di distinguere i buoni dai cattivi, a seconda che abbiano aderito o meno all’iniziativa, ma solo la proposizione delle caratteristiche che dovrebbe avere un amministratore secondo l’Osservatorio - prosegue Sermino -. La firma può non essere stata apposta per i più svariati motivi, che vanno rispettati, senza scagliare ingiustificate accuse», ha concluso.

(Nella foto, due dei tre candidati sindaci: da sinistra, Vincenzo Ascione e Pier Paolo Telese)

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