A cura della Redazione
Qualcosa comincia a muoversi. Le dimissioni “pilotate” di Vincenzo Angellotti dalla carica di presidente e la probabile nomina di Ciro Fiore (un precedente non proprio brillante nell’era Moxedano) nella massima carica dirigenziale, evidenza un cambio di rotta nella gestione societaria. Catello Monaco, tra i più attivi in questa delicata fase, continua a diffondere ottimismo: «A chi dice che sarebbe stato meglio fermarci, continuo a ribadire che una volta bloccato il calcio a Torre non sarebbe stato poi così facile ricominciare. Ed ora stiamo mantenendo le nostre promesse, il futuro presidente non è altro che il primo sassolino in una ricostruzione della società che intendiamo rendere il più trasparente e interessante possibile al fine di consentire a chi voglia, seriamente, investire in questo club, di essere messo nelle condizioni di lavorare senza affanni». Per “Zacchiello” imprescindibile è la ricostruzione del settore giovanile. Non a caso è stata costituita l’Associazione Sportiva Dilettantistica Savoia. «Siamo riusciti a costruire già tre squadre giovanili impegnate nei rispettivi campionati regionali. La nostra scuola calcio dovrà essere da esempio per i ragazzi di Torre e dei paesi limitrofi. Basta vedere i nostri giovani “emigrare” in città vicine o in altre Regioni per cercare fortuna nel calcio. Il settore giovanile è e dovrà restare a Torre Annunziata. Questa è l’unica condizione cui non potrà sottrarsi chiunque sia interessato a rilevare il Savoia. Ogni settimana l’allenatore Anastasio visiona le partite dei ragazzi, pronto ad individuare talenti». Ripartire dai giovani per riprendere quel progetto che sotto la gestione Matachione aveva visto la squadra juniores fregiarsi del titolo di Campione d’Italia di categoria non più di cinque anni fa. Poi il disfacimento di quella squadra, i ragazzi svenduti, regalati e il lento declino che ha portato alla situazione attuale. Certo, per fare questo sarà necessario che l’Amministrazione comunale metta il Savoia nelle oggettive condizioni di ben operare. Purtroppo, finora questa è un’utopia. Le immagini del Giraud sono sotto gli occhi di tutti, un manto erboso indecente, gradinate al limite dell’agibilità, sporcizia dappertutto, con il fossato ricettacolo di materiale “indifferenziato”. Davvero una vergogna di cui il sindaco, l’assessore allo sport e l’intera giunta non possono certo andare fieri. Le autorità politiche cittadine, piuttosto che passare dalla porta carraia la domenica per entrare, farebbero bene ad acquistare il biglietto per dimostrare l’effettiva vicinanza al Savoia ed ai sacrifici di chi lo guida e poi, concretamente si possa restituire il Giraud alla dignità che merita, anche perché dal 2005, nonostante diverse interrogazioni in Consiglio Comunale, nulla si è fatto neanche per l’adeguamento alle norme della legge Pisanu. CAMPIONATO - Dopo il pari a reti bianche di Santa Maria Capua Vetere, contro il Gladiator, l’intermezzo del mercoledì di Coppa, al Giraud contro il San Pio Mondragone, ha riservato una gara scialba, senza alcuna emozione, terminata con lo stesso punteggio della partita di campionato. Uno 0-0 che ha rinviato al match di ritorno il discorso qualificazione. I bianchi domenica sono impegnati in casa contro il Quarto. Ultimi precedenti non esaltanti con i flegrei due campionati fa: doppia sconfitta per il Savoia. Mancherà, quasi sicuramente, De Biase uscito malconcio domenica scorsa e non convocato, precauzionalmente, per la gara di Coppa Italia. Si potrebbe vedere dal primo minuto la coppia d’attacco Di Bonito-Famiano, anche se quest’ultimo è sembrato in debito di forma fisica e lo stesso Di Bonito è alle prese con un leggero infortunio. RODOLFO NASTRO da TorreSette del 2 ottobre 2009